Roma – L’aumento delle temperature legato al cambiamento climatico sta intensificando la mobilità delle zecche, e conseguentemente, anche il rischio di diffusione di nuove malattie. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’ University of Southern Mississippi (USM) e pubblicato su Frontiers in Cellular and Infection Microbiology. Le zecche hanno sempre avuto l’occasione di spostarsi anche per chilometri attaccate agli uccelli migratori, ma ora con il cambiamento climatico e aumentato il rischio che una volta arrivate a destinazione trovino condizioni favorevoli che permetterebbe loro tra l’altro di diffondere pericolosi patogeni. “Se le condizioni diventano più ospitali per le specie di zecche tropicali che vogliono stabilirsi in aree in cui in precedenza non avrebbero avuto successo, allora c’è la possibilità che possano portare con sé nuove malattie”, ha affermato il dott. Shahid Karim dell’USM, autore principale del nuovo studio. “La distribuzione geografica sta cambiando molto rapidamente in molte specie di zecche”, ha affermato la dott. ssa Lorenza Beati della Georgia Southern University, coautrice dello studio. “Per alcune zecche esotiche in migrazione, il riscaldamento globale potrebbe creare condizioni nella loro destinazione settentrionale simili al loro areale abituale. Se condizioni climatiche più calde si combinano con la presenza di ospiti vertebrati adatti per tutte le fasi di vita delle zecche, le possibilità di insediamento aumenteranno”. Per studiare la dispersione delle zecche attraverso gli uccelli migratori, gli scienziati hanno installato reti in sei punti in cui gli uccelli si fermano per riposare lungo il Golfo del Messico settentrionale. Ogni uccello catturato è stato inanellato con una fascia con un numero identificativo, misurato ed esaminato per verificarne le condizioni fisiche e cercare zecche. Quando sono state trovate zecche, queste sono state rimosse e conservate per una successiva analisi del DNA per confermare la specie e identificare i microrganismi che trasportavano. Gli scienziati hanno diviso gli uccelli in tre categorie (residenti, migranti a breve distanza e migranti a lunga distanza) e hanno mappato le distribuzioni geografiche delle diverse specie. Ciò ha evidenziato quanto lontano potessero essere trasportate le zecche: le distanze medie di dispersione sono aumentate fino a 5000 km. Tuttavia, il parassitismo si è rivelato relativamente basso. Sono stati campionati quasi 15.000 uccelli, quasi 2.000 dei quali più di una volta, eppure sono state raccolte solo 421 zecche da 164 uccelli. Sebbene siano state identificate 18 specie diverse di zecche, tra cui diverse specie neotropicali non insediate negli Stati Uniti, solo quattro specie rappresentavano l’81 per cento delle zecche identificate dagli scienziati. I migranti a breve distanza trasportavano più zecche rispetto ai migranti a lunga distanza. Gli scienziati hanno poi analizzato i batteri trasportati dalle zecche. I batteri più comuni erano i batteri Francisella , che sono endosimbionti che aiutano le zecche a funzionare. Livelli più alti di batteri Francisella in una zecca sono stati precedentemente associati a livelli più bassi di Rickettsia o Cutibacterium . Il secondo batterio più abbondante era la specie Rickettsia. Alcune specie di Rickettsia possono causare malattie negli esseri umani, tra cui la febbre maculosa, ma non si sa ancora se le specie legate alle zecche possano trasmettere queste malattie agli umani.(30Science.com)