Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Nuovo approccio trasforma depositi bus in centrali elettriche

(7 Novembre 2024)

Roma – Grazie a un nuovo approccio di progettazione è possibile trasformare i depositi di bus elettrici in centrali energetiche capaci di sostenere la transizione green e stabilizzare la rete elettrica. E’ quanto ritengono gli autori di un nuovo studio guidato dalla Chalmers University of Technology e pubblicato su Nature Energy. La diffusione dei veicoli elettrici crea un grave problema in termini di domanda di energia e di stabilizzazione della fornitura della energia stessa. Per Xiaoyue Cathy Liu , professoressa di ingegneria presso l’Università dello Utah e i suoi colleghi autori del nuovo studio questa sfida rappresenta in realtà un’opportunità non solo per risolvere il problema immediato della stabilità della rete, ma anche per ripensare radicalmente il modo in cui i sistemi di trasporto pubblico sono integrati in altre parti dell’infrastruttura civica. “L’integrazione della produzione di energia solare in loco e dell’accumulo di energia nei depositi degli autobus introduce una nuovissima modalità di produzione e gestione dell’energia rinnovabile”, ha affermato Liu, “trasformando un deposito di trasporto pubblico in un hub energetico che produce più elettricità di quanta ne consumi”. Gli autori dello studio hanno analizzato il potenziale di questo approccio utilizzando i dati della flotta di autobus elettrici di Pechino. I 27.000 autobus di Pechino costituiscono il più grande sistema di trasporto pubblico al mondo. Oltre il 90 per cento di quelli in servizio nel 2022 sono veicoli a basse o zero emissioni. Questi autobus alimentati a batteria si ricaricano tramite una rete di oltre 700 depositi di autobus distribuiti su 6.500 miglia quadrate, un’infrastruttura fisica che corre parallela alla rete elettrica della regione. E data la richiesta di energia dei veicoli che servono, questi depositi mettono un carico pesante su quella rete, aumentando il potenziale di cali di tensione localizzati o altre interruzioni. Utilizzando tecniche avanzate di data science, Liu e i suoi colleghi hanno valutato se dell’energia solare generata localmente presso i depositi, ad esempio con pannelli sulle tettoie, sarebbe sufficiente a controbilanciare questa domanda. In modo critico, hanno anche studiato i complicati fattori economici che determinerebbero la fattibilità di questo approccio. “Oltre a soddisfare la domanda, le nostre simulazioni mostrano che questi depositi potrebbero trasformarsi in produttori di energia, stabilizzando ulteriormente la rete”, ha affermato Liu. Lo studio si basa su un modello computerizzato della rete di autobus di Pechino, ricco di dati reali sulla temperatura dell’aria e l’irradiazione solare in ogni deposito, registrati nel corso del 2020. In combinazione con la superficie del tetto di ogni deposito, i ricercatori sono stati in grado di prevedere la produzione elettrica dei pannelli solari che potrebbero essere installati. Al netto della domanda dei bus hanno calcolato che i depositi potrebbero trasformarsi in produttori di energia contribuendo alla transizione green della capitale cinese. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla