Roma – L’accesso e l’uso dei lettini abbronzanti sono associati a un tasso più elevato di melanoma, uno dei tumori più aggressivi della pelle. A evidenziarlo uno studio, pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology, condotto dagli scienziati della Warren Alpert Medical School della Brown University. Il team, guidato da Oliver Wisco, Megan M. Tran e Guixing Wei, ha valutato il potenziale collegamento tra la disponibilità e l’uso di lettini abbronzanti e l’aumento dei tassi di melanoma nel New England. Il melanoma, spiegano gli esperti, rappresenta solo l’1 per cento dei tumori della pelle negli Stati Uniti, ma provoca il maggior numero di decessi per la categoria. Questo lavoro, commentano gli scienziati, riporta prove convincenti che collegano l’uso di lettini abbronzanti all’aumento del tasso di prevalenza di questa forma di neoplasia. Negli Stati Uniti, in effetti, è stato riscontrato un notevole aumento nel rischio di sviluppare questa malattia. In particolare, tra le donne si evidenzia un tasso di incidenza in crescita dell’1 per cento annuale, mentre tra le controparti maschili il valore sembra stabile. “Essere testimoni dell’impatto devastante di questa malattia – commentano gli autori – ci spinge a individuare nuovi approcci per prevenirla. Nonostante i noti pericoli delle radiazioni UV, l’accesso ai lettini abbronzanti rimane diffuso e il loro utilizzo continua a essere prevalente in molte regioni. Questa realtà ci ha spinto a indagare il potenziale collegamento tra i due fattori”. Gli studiosi hanno valutato la relazione geospaziale tra incidenza del melanoma e accesso alle strutture per lettini abbronzanti a livello di contea nel New England tra il 2014 e il 2018. Il team ha considerato i tassi di incidenza del melanoma, le ubicazioni delle strutture per lettini abbronzanti e i dati demografici, socioeconomici e geografici dal National Cancer Institute State Cancer Profiles, Data Axle, American Community Survey e United States Geological Survey. È emersa una significativa associazione tra un maggiore accesso alle strutture per lettini abbronzanti e tassi più elevati di melanoma. La regressione spaziale ha identificato che per ogni aumento di un minuto nel tempo medio di percorrenza per raggiungere le strutture per lettini abbronzanti entro una soglia di tempo di percorrenza di 30 minuti, il tasso di incidenza del melanoma è diminuito del 3,46 per cento a livello di contea e dell’1,93 per cento per tutto il New England. Questi risultati suggeriscono che le persone nelle regioni con più strutture per lettini abbronzanti potrebbero sperimentare incidenze più elevate di melanoma. “Sebbene avessimo previsto di trovare una connessione tra lettini abbronzanti e melanoma – afferma Wisco – la forza dell’associazione è stata più pronunciata del previsto. Questi risultati forniscono spunti critici per informare le strategie di salute pubblica volte a ridurre l’uso dei lettini abbronzanti. Nonostante la crescente consapevolezza dei rischi di cancro della pelle, il melanoma continua a essere un importante problema di salute pubblica”. “Sono necessari ulteriori approfondimenti con dati comportamentali dettagliati sull’abbronzatura – conclude – David E. Fisher, altra firma dell’articolo – il melanoma è uno dei relativamente pochi tumori umani per i quali è ben documentata una causa comune e prevenibile: la radiazione ultravioletta, indipendentemente che sia proveniente da una fonte naturale o artificiale. Questo studio aiuta a chiarire il collegamento tra lettini abbronzanti e melanoma e ci aiuta a concentrarci su come le politiche volte a limitare l’uso dei lettini abbronzanti possano, si spera, ridurre ulteriormente il tasso di incidenza di questa malattia”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
I lettini abbronzanti stanno favorendo la diffusione del melanoma
(7 Novembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).