Lucrezia Parpaglioni

Tumori: l’analisi dell’espirato rileva il cancro ai polmoni

(8 Novembre 2024)

Roma – L’analisi dell’espirato, o Breath Analysis, già largamente utilizzata per alcuni test specifici come l’analisi di alcune intolleranze e allergie, ha mostrato di poter rilevare indizi chimici su cosa accade all’interno dell’organismo, individuando malattie come il cancro ai polmoni; ideare modi per percepire questi composti potrebbe aiutare i medici a fornire diagnosi precoci e migliorare le prospettive dei pazienti. Lo rivela uno studio guidato da Pingwei Liu, del Laboratorio Statale di Ingegneria Chimica dell’Università di Zhejiang, Hangzhou, in Cina e Qingyue Wang, dell’Istituto Politecnico dell’Università di Zhejiang, Quzhou, in Cina, riportato su ACS Sensors. I ricercatori hanno sviluppato sensori ultrasensibili su scala nanometrica che in test su piccola scala hanno distinto un cambiamento chiave nella chimica del respiro delle persone con cancro ai polmoni. Le persone espirano molti gas, come vapore acqueo e anidride carbonica, così come altri composti presenti nell’aria. I ricercatori hanno determinato che il calo di una sostanza chimica espirata, l’isoprene, può indicare la presenza di cancro ai polmoni. Tuttavia, per rilevare tali piccoli cambiamenti, un sensore dovrebbe essere altamente sensibile, in grado di rilevare livelli di isoprene nell’intervallo di parti per miliardo, ppb. Questo dovrebbe anche differenziare l’isoprene da altre sostanze chimiche volatili e resistere all’umidità naturale del respiro. I precedenti tentativi di progettare sensori di gas con caratteristiche come queste si sono concentrati sugli ossidi metallici, tra cui un composto particolarmente promettente fatto con ossido di indio. Il gruppo di ricerca ha deciso di perfezionare i sensori a base di ossido di indio per rilevare l’isoprene al livello a cui si trova naturalmente nel respiro. I ricercatori hanno sviluppato una serie di sensori nanoflake a base di ossido di indio. Negli esperimenti, hanno scoperto che un tipo, che hanno chiamato Pt@InNiO x, per il platino (Pt), l’indio (In) e il nichel (Ni) che contiene, ha funzionato meglio fra tutti. Nello studio, sono stati rilevati livelli di isoprene pari a 2 ppb, una sensibilità che ha ampiamente superato quella dei sensori precedenti. Infine, per mostrare il potenziale uso medico di questi sensori, i ricercatori hanno incorporato i nanoflakes Pt@InNiO x in un dispositivo di rilevamento portatile. In questo dispositivo hanno introdotto il respiro raccolto in precedenza da 13 persone, cinque delle quali avevano un cancro ai polmoni. Il dispositivo ha rilevato livelli di isoprene inferiori a 40 ppb nei campioni di partecipanti con cancro e oltre 60 ppb nei partecipanti senza cancro. Questa tecnologia di rilevamento potrebbe, secondo gli scienziati, rappresentare una svolta nello screening non invasivo del cancro ai polmoni e avere il potenziale per migliorare i risultati e persino salvare vite. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.