Roma – La raccolta di dati relativi al tracciamento degli animali è fondamentale per contribuire a preservare la biodiversità a ribadirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Trends in Ecology & Evolution, condotto dagli scienziati dell’Università del Michigan. Il team, guidato da Scott Yanco e Brian Weeks, ha valutato il reale impatto delle tecniche di monitoraggio degli animali tramite rilevamento. Queste tecnologie, spiegano gli esperti, forniscono varie informazioni sui singoli esemplari, sul loro comportamento e sulla loro vita. La salute della biosfera, continuano gli autori, è fondamentale per la prosperità e il benessere di tutte le forme di vita che popolano il pianeta, compreso l’uomo. Comprendere i meccanismi che governano la biodiversità è essenziale per individuare le strategie e le politiche di gestione e conservazione più efficaci. I dispositivi di tracciamento permettono di registrare la posizione degli animali nel tempo e nello spazio. “Tradizionalmente – spiega Yanco – si procedeva dotando gli esemplari di semplici marcatori. Agli uccelli applicavamo fascette per le zampe, o piccoli anelli di alluminio con un codice univoco da applicare alle zampe. Nei mammiferi, invece, si utilizzavano collari o targhette da apporre alle orecchie. Per seguirli nel tempo, però, è necessario catturarli e osservarli più volte. Di conseguenza, la risoluzione dei dati è piuttosto grossolana”. Recentemente, però, c’è stata un’esplosione assoluta di dispositivi elettronici in miniatura in grado di registrare la posizione di un animale. Proprio come il GPS integrato negli smartphone, questi dispositivi forniscono informazioni estremamente precise e raccolgono un enorme quantitativo di dettagli sui movimenti degli animali. Le informazioni ottenute sono fondamentali per capire gli impatti del cambiamento climatico sulle diverse specie e permettono di individuare gli approcci più efficaci per intervenire. “Dati puntuali – aggiunge Yanco – consentono di elaborare anche raccomandazioni mirate che possono avere un effetto positivo sulle popolazioni di animali selvatici. In questo senso, il tracciamento degli animali offre una visione dettagliata delle loro vite, permettendo di monitorare anche specie considerate difficili da studiare”. Tra gli approcci più promettenti, gli autori riportano il GPS miniaturizzato, che però non può essere impiantato su animali di dimensioni corporee troppo ridotte a causa dell’ingombro che provocherebbe. In questi casi, è possibile utilizzare il sistema ICARUS, che sfrutta satelliti spaziali per il caricamento dei dati. Ci sono strumenti che possono lanciare un segnale di interruzione di movimento, che si attivano quando l’animale non si muove da tanto tempo e potrebbe essere morto. Esistono inoltre dispositivi che permettono di sapere se l’esemplare monitorato ha partorito. “In una recente pubblicazione – conclude – abbiamo riportato i dati ottenuti dall’analisi di un frequenzimetro impiantato chirurgicamente in un gruppo di merli. Gli strumenti misuravano la frequenza cardiaca ogni 30 minuti. Dopo un anno, abbiamo analizzato i dati, per ricostruire le dinamiche relative al dispendio energetico e alla termoregolazione degli uccelli. È stato molto interessante. Questo tipo di lavori ci permette anche di capire come le attività antropiche impattano sulle diverse specie, in modo da individuare le strategie più efficaci per preservare la biodiversità”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
Tracciare gli animali è necessario per preservare la biodiversità
(5 Novembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).