Roma – Il “club dei 27”, l’idea che gli artisti e in particolare i cantanti rock muoiano prevalentemente a 27 anni o che comunque quella sia una età fortemente a rischio per loro non ha nessuna base empirica. E’ quanto confermato da uno studio guidato dall’ , Indiana University e pubblicato su PNAS. Ciò che è vero invece è che le eredità artistiche di personaggi noti che sono morti a 27 anni attirano più attenzione pubblica rispetto a quelle di chi è morto ad altre età giovanili. Per arrivare a questi risultati gli autori hanno condotto un’analisi di 344.156 personaggi noti ai quali sono dedicate pagine di Wikipedia. Hanno scoperto , in accordo con ricerche precedenti, che sebbene i musicisti pop e rock tendano a morire più giovani di altre persone famose, non ci sono prove a sostegno della tesi principale del mito del 27 Club secondo cui l’età di 27 anni comporta un rischio maggiore di morte. Tuttavia, gli autori hanno scoperto che le 944 persone nel set di dati che sono morte a 27 anni hanno ricevuto relativamente più attenzione in base alle visite alle loro pagine di Wikipedia. L’effetto Club dei 27 è evidenziato non solo dalla pagina Wikipedia del 27 Club che cura un elenco delle morti, ma anche dalle query dei motori di ricerca, indicando una forte influenza del mito nell’ampio zeitgeist culturale. Quest’ultima scoperta suggerisce che anche gli individui che non hanno mai sentito parlare del mito del 27 Club hanno maggiori probabilità di imbattersi in un riferimento a una persona famosa morta a 27 anni rispetto ad altre età, grazie ai meccanismi di ricerca online, creando una parvenza di un rischio aumentato di morte a 27 anni. Secondo gli autori, le scoperte rivelano come il folklore moderno possa plasmare l’interpretazione della storia delle persone in modo tangibile.(30Science.com)