Roma – Un approccio genetico potrebbe rendere più durature le cellule labiali donate, necessarie per lo sviluppo di trattamenti specifici e mirati per contrastare le lesioni alle labbra. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Cell and Developmental Biology, condotto dagli scienziati dell’Università di Berna. Il team, guidato da Martin Degen, ha ideato un modello cellulare tridimensionale che potrebbe essere utilizzato come base per sviluppare trattamenti specifici per le lesioni delle labbra. La bocca è una struttura molto complessa, spiegano gli esperti, che ci permette di mangiare, parlare, bere, respirare e persino mostrare le emozioni. I trattamenti disponibili che utilizzano le cellule labiali, però, sono piuttosto limitanti, in parte a causa della difficoltà di mantenere in vita le cellule dei donatori. In questo lavoro, gli autori hanno utilizzato cellule labiali donate, che per la prima volta sono rimaste stabili nel tempo grazie a un processo specifico. “Qualsiasi difetto nel tessuto labiale – sostiene Degen – può essere altamente deturpante, ma finora non eravamo riusciti a ottenere modelli di cellule umane per lo sviluppo di trattamenti. Il nostro approccio ci permette di impiegare cellule donate che altrimenti sarebbero state scartate”. Nell’ambito dell’indagine, gli scienziati hanno alterato l’espressione di alcuni geni, favorendo la riproduzione delle cellule anche alla fine del loro ciclo di vita. I ricercatori hanno selezionato del tessuto da due pazienti, sottoposti rispettivamente a trattamento per lacerazioni e labbro leporino. Il team ha utilizzato un vettore retrovirale per disattivare un gene che interrompe il ciclo di vita di una cellula e per alterare la lunghezza dei telomeri alle estremità di ciascun cromosoma, il che migliora la longevità delle cellule. Le linee cellulari sono state poi testate rigorosamente per assicurarsi che il codice genetico rimanesse stabile durante la replicazione e mantenesse le stesse caratteristiche delle cellule primarie. Non sono emerse anomalie cromosomiche nelle linee cellulari, il che suggerisce che questo approccio potrebbe rappresentare la base per futuri modelli sperimentali. I ricercatori hanno poi sviluppato dei modelli tridimensionali utilizzando le cellule, che sono state infettate con Candida albicans, un lievito che può causare gravi infezioni in caso di sistema immunitario compromesso o labbro leporino. Il patogeno ha rapidamente invaso il modello, seguendo le stesse dinamiche che avrebbe manifestato in un tessuto naturale. “Il nostro laboratorio – commenta Degen – ci permette di raggiungere una migliore conoscenza dei percorsi genetici coinvolti nel labbro leporino e nella palatoschisi, una condizione che provoca gravi lesioni alle labbra, ma siamo convinti che questa tecnologia possa essere utilizzata anche in altri campi della medicina”. “A seconda della domanda di ricerca – conclude – potremmo sviluppare una particolare identità cellulare. Ad oggi, però, abbiamo gli strumenti per caratterizzare o purificare queste singole popolazioni in vitro”. (30Science.com)
Valentina Di Paola
Ideato un nuovo approccio per contrastare le lesioni delle labbra
(4 Novembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).