Valentina Di Paola

Salute: nuovo trattamento promettente contro l’Huntington

(4 Novembre 2024)

Roma – Il trattamento a base di polimeri potrebbe ridurre considerevolmente l’aggregazione di proteine e migliorare le condizioni dei pazienti con la malattia di Huntington, una patologia incurabile e debilitante che causa la disgregazione delle cellule nervose nel cervello. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, condotto dagli scienziati dell’Università di Northwestern e dell’Università Case Western Reserve. Il team, guidato da Nathan Gianneschi e Xin Qi, ha ideato un nuovo trattamento che potrebbe migliorare notevolmente l’aspettativa di vita dei pazienti. La malattia di Huntington, spiegano gli esperti, è associata a una mutazione genetica che innesca il ripiegamento errato delle proteine ​​e il loro raggruppamento nel cervello. Questi aggregati interferiscono con la funzione cellulare e alla fine portano alla morte cellulare. Con il progredire della condizione, i pazienti perdono la capacità di parlare, camminare, deglutire e concentrarsi. La maggior parte dei malati muore entro 10-20 anni dalla comparsa dei primi sintomi. I ricercatori hanno valutato l’efficacia di un nuovo trattamento che sfrutta i polimeri peptide-brush, delle strutture che agiscono come uno scudo e impediscono alle proteine di legarsi tra loro. Le sperimentazioni condotte su un modello murino hanno dimostrato che questo approccio poteva salvare con successo i neuroni e invertire i sintomi. Non sono stati riportati effetti collaterali significativi negli animali. Nonostante saranno necessari ulteriori test, i ricercatori ipotizzano lo sviluppo di un trattamento che potrebbe essere somministrato tramite un’iniezione settimanale per ritardare l’insorgenza della malattia o ridurre i sintomi nei pazienti affetti da mutazione genetica. “La malattia di Huntington è una condizione molto debilitante e insidiosa – commenta Gianneschi – e attualmente non c’è una cura. Ecco perché i nostri risultati sono così rilevanti”. Nel 2016, il gruppo di ricerca aveva scoperto che la proteina contenente valosin o VCP si lega in modo anomalo alla proteina Huntington mutante, causando aggregati proteici, che poi si accumulo nei mitocondri e provocano disfunzioni. Nel nuovo lavoro, gli studiosi hanno individuato un peptide naturale che interrompe l’interazione tra il VCP e la proteina Huntington mutante. I peptidi, però, hanno una durata molto limitata e spesso non riescono a entrare efficacemente nelle cellule. Per superare le criticità riscontrate, i ricercatori hanno sviluppato un polimero biocompatibile che mostra copie multiple del peptide attivo. La nuova struttura ha una struttura polimerica con peptidi attaccati come rami. Questa configurazione permette alle molecole di attraversare la barriera ematoencefalica ed entrare nelle cellule. Gli esperimenti condotti in laboratorio su un modello murino con malattia di Huntington hanno dimostrato che i polimeri potevano restare nell’organismo 2000 volte più a lungo rispetto ai peptidi tradizionali. Nei prossimi step, gli autori sperano di ottimizzare ulteriormente il polimero, con l’intenzione di esplorarne l’impiego in altre malattie neurodegenerative.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).