Roma – Le persone tendono a trascorrere quasi un’ora in meno al giorno in attività fuori casa rispetto al periodo precedente alla pandemia. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of the American Planning Association, condotto dagli scienziati della Clemson University e dell’Università della California a Los Angeles. Il team, guidato da Eric A. Morris, ha valutato i risultati di un sondaggio condotto su 34 mila americani. I ricercatori hanno scoperto un calo complessivo di circa 51 minuti del tempo giornaliero dedicato ad attività al di fuori dell’abitazione e una riduzione di quasi 12 minuti nel tempo dedicato agli spostamenti quotidiani, come guidare o utilizzare i mezzi pubblici. Il gruppo di ricerca ha considerato i dati raccolti nell’ambito dell’American Time Use Survey (ATUS), un’indagine condotta dallo United States Census Bureau, avviata nel 2003 allo scopo di esaminare il comportamento degli adulti di età pari o superiore a 17 anni. Gli autori hanno raggruppato l’uso del tempo in 16 attività domestiche come dormire, svolgere esercizio fisico, lavoro e utilizzo delle tecnologie e dei dispositivi elettronici. Le 12 12 attività outdoor comprendevano invece la partecipazione a eventi artistici e sportivi, shopping, lavoro e riti religiosi. Separatamente, sono stati valutati i viaggi e gli spostamenti in auto, a piedi e tramite i mezzi pubblici. Già da 2003, rivelano gli studiosi, è stato osservato un calo nelle attività trascorse fuori casa, ma la pandemia e le sue conseguenze hanno esacerbato questa tendenza. In effetti, tra il 2019 e il 2021, il tempo dedicato a otto attività esterne è diminuito considerevolmente, mentre per 11 attività indoor sono stati osservati aumenti significativi. Nello specifico, il tempo medio outdoor è sceso da 334 a 271 minuti. Allo stesso tempo, i partecipanti hanno dichiarato di trascorrere una media di circa 13 minuti in meno al giorno in auto e altri mezzi di trasporto. Tra il 2022 e il 2023, la tendenza sembra rimasta pressoché stabile, aumentando di soli 11 minuti rispetto al 2021. L’analisi della tipologia di attività ha rivelato che le persone hanno aumentato notevolmente il tempo dedicato allo sport e allo shopping indoor. Questi risultati, commentano gli scienziati, evidenziano l’importanza di un ripensamento nelle politiche di pianificazione urbanistica. Ad esempio, sarebbe opportuno considerare la riqualificazione degli immobili per uffici e negozi al dettaglio, dato l’aumento del lavoro e dello shopping da casa. Anche le restrizioni sulla conversione degli edifici commerciali in abitazioni dovrebbero essere allentate, mentre lo spazio sul marciapiede destinato ai veicoli di consegna dovrebbe essere aumentato. “I centri urbani – osserva Morris – potrebbero trasformarsi in centri di consumo più che di produzione, capitalizzando i punti di forza e creando abitazioni multi-unità, spesso preferite dalle persone che ambiscono a stili di vita più urbani. Tali cambiamenti potrebbero anche avvantaggiare le famiglie a basso reddito e la società in generale, riducendo sia i costi degli alloggi che dei trasporti”. Per quanto riguarda i mezzi pubblici, in aggiunta, la politica potrebbe prediligere strategie volte a soddisfare la crescente domanda di viaggi nei periodi di punta, riducendo gli investimenti costosi e invasivi, ma piuttosto concentrandosi sulla sicurezza dei pedoni e dei ciclisti. Gli autori hanno scoperto che i miglioramenti nelle tecnologie informatiche e l’abitudine a usarle per il meglio rappresentano i principali fattori alla base delle tendenze osservate.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Il Covid ha cambiato le dinamiche delle attività indoor e outdoor
(31 Ottobre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).