Valentina Di Paola

Svelati i legami genetici di un’antica popolazione di bovini selvatici

(31 Ottobre 2024)

Roma –  Gli uro, scientificamente noti come Bos primigenius, una specie di bovini selvatici considerati gli antenati del bestiame moderno, subirono fortemente l’impatto di modelli di ascendenza e migrazione delle popolazioni umane. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati del Trinity College di Dublino e dell’Università di Stoccolma. Il team, guidato da Daniel Bradley e Anna Linderholm, ha analizzato 38 antichi genomi di esemplari di uro, per tracciare i percorsi evolutivi delle popolazioni europee, dell’Asia sud-occidentale, dell’Asia settentrionale e dell’Asia meridionale. I risultati, commentano gli autori, offrono nuove intuizioni importanti sulla domesticazione del bestiame. Gli uro, spiegano gli esperti, vivevano in gran parte dell’Eurasia e del Nord Africa, erano caratterizzati da una corporatura massiccia, corna lunghe e arcuate e un carattere piuttosto aggressivo. Estinti dal 1627, questi animali sono considerati gli antenati dei moderni bovini domestici ed erano molto importanti negli ecosistemi preistorici eurasiatici e nordafricani. Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno utilizzato la genomica per analizzare un periodo di oltre 47 mila anni. I risultati mostrano quattro ascendenze differenti che hanno risposto in modo diverso ai cambiamenti climatici e alle pressioni umane. Ad esempio, gli uri europei hanno dovuto affrontare gravi perdite durante l’ultimo massimo glaciale, verificatosi tra 20 e 26 mila anni fa, per poi essere confinati nell’Europa meridionale prima di colonizzare nuovamente l’ovest del continente dalla penisola iberica. Gli esemplari dell’Asia sud-occidentale, invece, hanno contribuito alla diffusione del bestiame. I risultati, commentano gli scienziati, gettano luce sull’ascendenza genetica di queste antiche creature. Nei prossimi step, concludono gli autori, sarà interessante esplorare come le eredità genetiche di questa specie possano influenzare i tratti e la resilienza del bestiame moderno.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).