Roma – Grazie ad una rete di avanzati sensori è stato possibile mappare con grande precisione la biomassa del fitoplancton della Terra. E’ quanto emerge da uno studio guidato dalla Dalhousie University e pubblicato su PNAS. L’avvento delle osservazioni satellitari della clorofilla-a (Chla) ha rivoluzionato la comprensione della distribuzione del fitoplancton sulla Terra. Tuttavia, è risaputo che i satelliti non sono in grado di rilevare il fitoplancton sotto la superficie dell’oceano e che Chla è una misura imperfetta della biomassa. Per far fronte al problema, gli autori del nuovo studio hanno tentato di superare la limitazione e determinare la biomassa di carbonio del fitoplancton della Terra e la sua variabilità spaziotemporale. Gli autori hanno ottenuto circa 99.350 profili bio-ottici da 903 sensori galleggianti Biogeochemical (BGC)-Argo dispiegati nell’ultimo decennio. Utilizzando questa rete di mnitoraggio, gli autori hanno fornito una stima molto più completa dello stock globale di biomassa di carbonio del fitoplancton pari a circa 314 teragrammi, metà dei quali si trova a profondità inaccessibili al rilevamento satellitare. L’analisi ha mostrato che la biomassa globale del fitoplancton e la sua variabilità spaziotemporale possono essere decifrate dalle osservazioni BGC-Argo dell’oceano. Gli autori hanno anche scoperto che i cicli stagionali di Chla di superficie non forniscono una stima accurata della biomassa del fitoplancton per la maggior parte dell’oceano. Secondo gli autori, i risultati comportano implicazioni per il monitoraggio a lungo termine del fitoplancton terrestre e per comprendere come il cambiamento climatico antropogenico e i potenziali progetti di geoingegneria potrebbero influenzare il fitoplancton. (30Science.com)