Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Trattamento chimico regola il numero di pori per piante più resilienti

(25 Ottobre 2024)

Roma – Un composto chimico che regola efficacemente la densità degli stomi nelle piante aumentandone la resilienza climatica: è quanto sviluppato da un team di studiosi guidato dalla Nagoya University Institute of Transformative Biomolecules (WPI-ITbM), i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Communications. Il team universitario, guidato da Ayami Nakagawa e Keiko Torii, ha sintetizzato lo Stomidazolone, un composto chimico che inibisce la differenziazione stomatica nelle piante. Gli stomi sono pori microscopici situati sulla superficie delle foglie delle piante. Sono essenziali per la fotosintesi e la traspirazione. La fotosintesi converte l’energia luminosa in glucosio e ossigeno, mentre la traspirazione comporta la perdita di vapore acqueo dalle foglie, favorendo il trasporto dei nutrienti e il controllo della temperatura. “Il nostro gruppo di ricerca (gruppo Torii) ha esaminato numerose piccole molecole per identificare nuovi fattori che possono sondare e manipolare lo sviluppo stomatico. Abbiamo trovato lo Stomidazolone, che era l’ideale in quanto non influenza la crescita delle piante ma riduce gli stomi e può essere applicato tramite un semplice trattamento”, ha spiegato Nakagawa. “Utilizzandolo per ridurre la densità stomatica, in linea di principio, le piante perdono meno acqua tramite traspirazione, aiutandole a conservare l’umidità in ambienti asciutti senza ostacolare la crescita”. Questa ricerca rappresenta un significativo progresso nell’impiego di composti chimici per colpire proteine specifiche, con l’obiettivo di regolare funzioni biologiche cruciali. La Dott. ssa Torii spiega la sua visione: “Ampliando gli strumenti chimici disponibili per manipolare lo sviluppo delle piante, approfondiamo la nostra comprensione di come crescono le piante e sblocchiamo nuove possibilità per innovazioni agricole utilizzando il controllo dello stroma. Spero che la nostra ricerca aiuti a progettare colture che possano prosperare in ambienti difficili e siccitosi”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla