Valentina Di Paola

L’incenso può essere rischioso per soggetti asmatici o allergici

(25 Ottobre 2024)

Roma – Le persone che soffrono di allergie o di asma dovrebbero evitare di utilizzare l’incenso dentro casa, per ridurre il rischio di sviluppare complicazioni respiratorie. Lo evidenzia uno studio, presentato al meeting scientifico annuale dell’American College of Allergy, Asthma and Immunology (ACAAI) a Boston. Il gruppo di ricerca, guidato da Gomeo Lam, dell’Università del Sud di Suwanee, riporta il caso di una donna di 87 anni con Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e asma, che presentava difficoltà a respirare. La paziente, scrivono gli esperti, era stata sottoposta a ossigenoterapia, ma non era chiaro il motivo per cui non riuscisse a respirare. “Abbiamo scoperto che la donna bruciava incenso ogni giorno per motivi religiosi – sottolinea Lam – le abbiamo quindi consigliato di utilizzare dispositivi elettrici senza combustione, e nel giro di pochi giorni i suoi sintomi sono migliorati notevolmente”. Il lavoro evidenzia i pericoli per la salute derivanti dall’abitudine di bruciare incenso, come mal di testa, disfunzioni respiratorie, sensibilità dermatologica e reazioni allergiche. I fumi dell’incenso contengono carbonio, zolfo, ossidi di azoto, formaldeide e altri composti volatili aromatici policiclici potenzialmente cancerogeni. Il particolato generato dall’incenso è di 45 mg rispetto ai 10 mg delle sigarette. “Bruciare incenso in casa – commenta Mary Lee-Wong, altra firma dell’articolo – potrebbe rappresentare un pericolo per i membri della famiglia, compresi i bambini, esposti al rischio di fumo passivo. Allo stesso tempo, è importante ricordare che la combustione dell’incenso ha delle conseguenze anche a livello ambientale”. “Comprendere il ruolo, la sensibilità culturale e il significato sacro della combustione dell’incenso è fondamentale – concludono gli autori – ma i rischi per la salute derivanti da questa pratica non possono essere trascurati. Consigliamo ai fedeli di individuare surrogati accettabili, come vaporizzatori aromatici o simulazioni di bruciature, migliorando in ogni caso la ventilazione e la limitazione del tempo di combustione”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).