Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Inquinamento, rete di controllo USA presenta grosse lacune

(16 Ottobre 2024)

Roma – La rete di controllo USA per l’inquinamento presenta grosse lacune che influiscono sulla salute di milioni di persone e hanno un impatto sproporzionato sulle minoranze e sulle comunità di basso status socioeconomico. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università della California, Berkeley e pubblicato su Environmental Science & Technology Letters. Motivato da un nuovo standard dell’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) degli Stati Uniti per l’inquinamento atmosferico, il team ha utilizzato un modello per la mappatura dell’inquinamento atmosferico su scala fine utilizzando dati del mondo reale, e ciò indica che vi è un’urgente necessità di colmare le lacune nella rete di monitoraggio dell’agenzia. “La rete nazionale di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico mira a fungere da ombrello per proteggere tutti gli americani”, afferma l’autore principale Yuzhou Wang. “Ma abbiamo visto che sfortunatamente milioni di persone, in particolare le popolazioni sottoriconosciute, non ricevono una protezione adeguata. E quindi riceveranno meno benefici dallo standard più rigoroso”. Per valutare le lacune del monitoraggio, i ricercatori hanno confrontato i livelli di PM 2,5 dal 2017 al 2019 in località monitorate e non monitorate, utilizzando le previsioni dei livelli di PM 2,5 del Centro statunitense per le soluzioni per l’aria, il clima e l’energia e i dati sulla popolazione del censimento statunitense del 2020. I loro risultati hanno rivelato che la rete non rileva i punti caldi dell’inquinamento e sottostima le disparità di esposizione, il che evidenzia la necessità di un monitoraggio migliorato nelle comunità storicamente poco riconosciute. Nel complesso, hanno scoperto che: Circa il 44 per cento delle aree metropolitane densamente popolate degli Stati Uniti, che interessano circa 20 milioni di persone, non dispone di reti di monitoraggio adeguate a rispettare i nuovi standard sulla qualità dell’aria dell’EPA. I punti caldi di PM 2.5 identificati con i dati di monitoraggio e previsti dal modello presentano percentuali significativamente più elevate di persone di colore e di persone con basso status socioeconomico rispetto alla popolazione complessiva. Circa 2,8 milioni di persone vivono in zone ad alta concentrazione di PM 2,5 che non vengono rilevate dalla rete di monitoraggio dell’aria. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla