Lucrezia Parpaglioni

L’IA prevede le migrazioni dovute ai cambiamenti del clima

(11 Ottobre 2024)

Roma – L’intelligenza artificiale, IA, si è dimostrata in grado di prevedere le migrazioni dovute ai cambiamenti climatici. Lo rivela uno studio condotto dall’Università di Skövde, in collaborazione con diverse istituzioni internazionali, pubblicato sulla rivista Operations Research Forum. Ogni anno milioni di persone sono costrette a lasciare le proprie case a causa di eventi legati al clima, come siccità e inondazioni. Questo è particolarmente vero per le regioni fortemente dipendenti dall’agricoltura. Tuttavia, nonostante l’influenza del clima, i fattori socioeconomici giocano spesso un ruolo maggiore nel determinare la migrazione di una persona. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico per analizzare grandi serie di dati e identificare i fattori più influenti sulla migrazione. “Utilizzando l’intelligenza artificiale, siamo stati in grado di analizzare un’ampia gamma di fattori come l’età, il sesso, il livello di istruzione, le reti sociali, le infrastrutture e le misure di sostegno, nonché i dati climatici, per fornire un quadro più sfumato di chi è probabile che migri e quando”, ha affermato Juhee Bae, docente senior di informatica presso l’Università di Skövde e uno dei ricercatori dietro lo studio. Lo studio mostra, tra l’altro, una relazione stretta tra gli eventi legati al clima, come siccità prolungate o gravi inondazioni, e la migrazione internazionale. Al contrario, i fattori di stress climatico meno gravi hanno maggiori probabilità di provocare una migrazione interna a un paese. Il rapporto mostra anche che gli uomini più giovani e di mezza età, così come le persone con parenti o amici all’estero, sono più propensi a prendere in considerazione la possibilità di migrare quando le condizioni climatiche peggiorano. “L’intelligenza artificiale ci aiuta a identificare modelli difficili da individuare con i metodi tradizionali”, ha aggiunto Bae. “Si tratta di un passo importante per prevedere le migrazioni future e quindi fornire alle comunità vulnerabili strumenti migliori per gestire gli impatti dei cambiamenti climatici”, ha continuato Bae. Combinando i dati socioeconomici con quelli meteorologici, i modelli di intelligenza artificiale possono prevedere quali sono le comunità più vulnerabili; questo può aiutare i responsabili politici e i paesi a sviluppare strategie per sostenere le aree a rischio. “Lo studio offre informazioni preziose che possono aiutare i governi e le organizzazioni internazionali a sviluppare strategie per affrontare le migrazioni legate al clima”, ha sottolineato Bae. “Utilizzando i dati pertinenti, è possibile prevedere quali aree sono più vulnerabili agli eventi meteorologici estremi e pianificare le misure in anticipo”, ha concluso Bae.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.