Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Confermata la realizzabilità del “Santo Graal” della geotermia

(11 Ottobre 2024)

Roma – Lo sfruttamento di risorse idriche supercritiche collocate sopra i corpi magmatici, per produrre abbondante energia geotermica, sarebbe effettivamente realizzabile: questo sostengono gli autori di un nuovo studio guidato dall’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne e pubblicato su Nature Communications. Il problema che si era posta per l’accesso a questa fonte di energia era relativo alla consistenza della roccia vicina alle risorse idriche, considerata un ostacolo per la creazione di passaggi e fratture. Ora invece gli studiosi con dati di laboratorio hanno dimostrato che tale roccia può avere fratture che la collegano e la rendono più permeabile. Grazie a queste fratture l’acqua supercritica – acqua in una fase simile al vapore – “può penetrare più velocemente e più facilmente e può trasportare molta più energia per pozzo in superficie, circa cinque o dieci volte l’energia prodotta dagli attuali pozzi geotermici commerciali”, secondo ” Superhot Rock Geothermal, A Vision for Zero-Carbon Energy ‘Everywhere ‘”, un rapporto del 2021 della Clean Air Task Force . L’attuale lavoro, conferma che le fratture possono effettivamente formarsi in rocce super-calde e super-profonde situate vicino alla transizione fragile-duttile nella crosta. Quest’ultima è dove la roccia dura e fragile inizia a trasformarsi in un materiale duttile, o più flessibile. Gli studiosi hanno scoperto che la roccia se viene sollecitata lentamente non si frattura, ma con un “colpo secco” invece è possibile ottenere questo risultato. La ricerca conferma un lavoro teorico riportato all’inizio di quest’anno in Geothermal Energy, che mostra che le crepe che si formano creano una densa “nuvola di permeabilità” in tutta la roccia interessata. Ciò è in contrasto con le fratture macroscopiche molto più grandi e meno numerose indotte dai sistemi geotermici ingegnerizzati (EGS) in uso oggi, che operano più vicino alla superficie e a temperature molto più basse. Di conseguenza, le simulazioni coinvolte nel lavoro sull’energia geotermica prevedono che un sistema ad altissima temperatura possa fornire da cinque a dieci volte più energia di quella normalmente prodotta oggi dall’EGS, e ciò per un massimo di due decenni. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla