Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Al via progetto ‘ZEUS’ per raccogliere energia solare nello spazio

(11 Ottobre 2024)

Roma – Un innovativo progetto europeo chiamato “ZEUS” e coordinato dall’Università di Lund (Svezia), mira a raggiungere significativi progressi nei campi della raccolta e della trasmissione di energia solare nello spazio. Il progetto ha ricevuto quasi 4 milioni di euro (3.998.622,50 euro) per il suo sviluppo nei prossimi quattro anni. In particolare, ‘ZEUS’ si concentrerà sullo sviluppo di celle solari in nanofili, una tecnologia fotovoltaica altamente innovativa e resistente alle radiazioni, in grado di assorbire l’energia solare nello spazio, dove l’ambiente è altamente aggressivo. I nanofili sono strutture a forma di ago con un diametro di 200 nanometri, ovvero mille volte più sottili di un capello umano, spiega Enrique Barrigón, professore del Dipartimento di Fisica Applicata I, il ricercatore che guiderà questo progetto presso l’Università di Malaga – UMA, una delle istituzioni coinvolte. La loro scala nanometrica e l’attenta distribuzione geometrica li fanno comportare come dispositivi “cavi” dal punto di vista dei danni da radiazioni, il che aumenta significativamente la loro resistenza alle radiazioni, mentre raccolgono efficacemente quasi il cento percento della possibile luce in arrivo, grazie al migliore assorbimento ottico che si verifica in queste celle. “Coprire circa il 10 percento di una superficie con materiale attivo è tutto ciò che serve per assorbire tanta luce quanta ne assorbirebbe uno strato sottile che ricopre l’intera superficie dello stesso materiale”, afferma il ricercatore dell’UMA. A questo proposito, Enrique Barrigón spiega che mentre le attuali celle solari nanowire testate nello spazio offrono circa il 15 per cento di efficienza, ZEUS mira a migliorare significativamente questa efficienza impiegando celle nanowire a tripla giunzione con un set attentamente selezionato di materiali semiconduttori, raggiungendo potenzialmente il 47 per cento di efficienza teorica. Allo stesso modo, questo progetto studierà il trasferimento di queste celle solari su substrati leggeri e flessibili, che consentirebbero la creazione di grandi pannelli fotovoltaici dispiegabili. Inoltre, il progetto sottolinea il suo impegno per la sostenibilità concentrandosi su due aspetti chiave: la decarbonizzazione e l’uso efficiente di materie prime critiche. “ZEUS mira a dimostrare non solo il potenziale commerciale della tecnologia, ma anche i benefici ambientali mediante una valutazione del ciclo di vita delle celle solari a nanofili, in particolare per la generazione di energia spaziale”, afferma il professor Enrique Barrigón. Aumentare la potenza elettrica dei satelliti per le comunicazioni è una delle sue possibili applicazioni, tra le altre.(30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla