Roma – Le suture chirurgiche in grado di generare carica elettrica potrebbero accelerare la guarigione delle ferite. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati della Donghua University di Shanghai. Il team, guidato da Hongzhi Wang, ha utilizzato un modello murino per valutare l’efficacia di una nuova tipologia di punti, capaci di generare carica elettrica. Questa opzione, spiegano gli studiosi, potrebbe rappresentare un’alternativa conveniente alle suture tradizionali. Le lesioni associate agli interventi chirurgici, spiegano gli esperti, possono essere molto profonde, e richiedono punti e suture per tenere insieme i tessuti e fare in modo che la pelle si ripari. Sebbene siano sicure, poco costose, facili da applicare da personale qualificato ed efficaci nel promuovere la guarigione ed evitare infezioni, le suture tradizionali sono vulnerabili alle sollecitazioni, e i movimenti quotidiani possono causare sforzi che ne riducono l’efficacia.
Studi recenti hanno dimostrato che la stimolazione elettrica può promuovere la guarigione favorendo la proliferazione cellulare e la migrazione verso l’area interessata. Tuttavia, le tecnologie esistenti richiedono una batteria esterna e sono limitate dall’essere ingombranti e costose. In questo lavoro, il gruppo di ricerca ha sviluppato una fibra di conversione meccano-elettrica realizzata in un materiale che produce passivamente una carica elettrica quando avviene la separazione per contatto tra gli strati di nucleo e guaina dei punti elettrici tramite il movimento stesso. Stando a quanto emerge dalle sperimentazioni pre-cliniche, dopo 24 ore, un’area della lesione del 69 per cento si era ridotta a circa il 10,8 per cento attraverso le suture elettriche, mentre nel gruppo di controllo la zona ferita raggiungeva il 32,6 per cento. Allo stesso tempo, i punti elettrici mostravano una migrazione più rapida dei fibroblasti, delle cellule che aiutano a formare il tessuto connettivo. I risultati ottenuti con i modelli murini sono stati coerenti con i dati pre-clinici, tanto da portare a una rigenerazione della ferita e una guarigione quasi completa dopo solo 10 giorni. Le indagini sulle proprietà antimicrobiche hanno dimostrato che, anche senza la disinfezione quotidiana delle ferite, la conta batterica rimaneva bassa negli animali trattati con la sutura elettrica. Ciò è molto promettente perché suggerisce una riduzione del rischio di infezioni post-operatorie. Gli autori concludono che saranno necessari test in ambito clinico per valutare l’efficacia delle suture elettriche sui pazienti umani, ma i risultati preliminari sono molto incoraggianti e aprono la strada a un’alternativa sicura, economica ed efficace ai punti tradizionali. (30Science.com)