Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Rimozione dei rifiuti di plastica riduce i rischi per le foche monache hawaiane

(27 Settembre 2024)

Roma –  La rimozione su larga scala di attrezzi da pesca abbandonati e altri detriti di plastica dalle acque delle Hawaii nordoccidentali ha ridotto significativamente i tassi di intrappolamento delle foche monache hawaiane in via di estinzione, secondo un nuovo studio guidato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration e pubblicato su Science. I risultati, che sono tratti da oltre quattro decenni di dati, offrono prove promettenti del fatto che i programmi di pulizia dei detriti marini hanno successo e che la riduzione degli input di plastica e l’aumento degli sforzi di rimozione potrebbero massimizzare i risultati di conservazione negli ecosistemi marini in tutto il mondo. L’inquinamento da plastica minaccia gravemente gli ecosistemi marini, con attrezzi da pesca abbandonati particolarmente dannosi. Dagli anni ’70, gli attrezzi da pesca in plastica abbandonati sono diventati molto diffusi, continuando a intrappolare e uccidere la vita marina anche dopo essere stati persi o abbandonati. Ad esempio, nonostante siano remote e protette all’interno del Papahānaumokuākea Marine National Monument, le isole Hawaii nordoccidentali sono tutt’altro che incontaminate a causa dell’accumulo sempre presente di detriti marini di plastica, che includono oltre 50 tonnellate di attrezzi da pesca abbandonati ogni anno. Il rimanere intrappolati in questi detriti rappresenta una minaccia significativa per la popolazione della regione di foche monache hawaiane in via di estinzione, uno dei pinnipedi più rari al mondo. Per mitigare questo danno, sono stati avviati molti sforzi di bonifica per rimuovere i detriti di plastica dagli ambienti marini in tutto il mondo; nelle isole Hawaii nordoccidentali, questi sono in corso dagli anni ’80. Tuttavia, la valutazione dell’efficacia di queste iniziative di bonifica e dei relativi benefici per l’ecosistema e la conservazione è stata carente. Gli autori del nuovo studio hanno analizzato oltre 40 anni di registrazioni di blocco nei detriti di foche monache hawaiana, dati dettagliati sul monitoraggio delle foche monache e dati spaziali e temporali sulla rimozione dei detriti di plastica e hanno scoperto che gli sforzi di bonifica su larga scala hanno ridotto significativamente i rischi di intrappolamento. Hanno scoperto che l’efficacia di tali programmi è influenzata dai tassi di intrappolamento iniziali, dalla quantità di detriti rimossi e dalla tempistica degli sforzi di rimozione. Sebbene i risultati sottolineino i benefici della rimozione della plastica marina, gli autori sostengono che prevenire l’inquinamento da plastica alla fonte, in particolare da attività di pesca regolamentate e illegali, è una soluzione a lungo termine più efficace rispetto alla semplice mitigazione del danno dopo che si è verificato.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla