Lucrezia Parpaglioni

Nuova mutazione prevede il parkinsonismo precocemente

(27 Settembre 2024)

Roma  – Identificata una nuova mutazione genetica che potrebbe causare una forma di parkinsonismo ad insorgenza precoce. Lo rivela uno studio condotto da un gruppo di scienziati guidati da Patrik Verstreken, del VIB-KU Leuven Center for Brain & Disease Research, riportato su Cell Reports Medicine. La mutazione, localizzata in un gene chiamato SGIP1, è stata scoperta in una famiglia araba con una storia di sintomi di Parkinson iniziati in giovane età. Lo studio rivela che questa mutazione influenza il modo in cui le cellule cerebrali comunicano, fornendo nuove conoscenze sullo sviluppo della malattia e sulle potenziali strategie di trattamento. Il parkinsonismo è un gruppo di disturbi neurologici che condividono sintomi simili, tra cui disfunzioni motorie e declino cognitivo. Include la malattia di Parkinson, ma comprende anche altri disturbi. La scoperta è iniziata quando una famiglia omanita, le cui due figlie hanno sviluppato un grave parkinsonismo in giovane età, ha cercato risposte dal neurologo Ramachandiran Nandhagopal e dal genetista Patrick Scott del Sultan Qaboos, dell’University Hospital. Ciò ha portato all’identificazione di una mutazione nel gene SGIP1, un gene non precedentemente collegato al parkinsonismo. Per capire come questa mutazione contribuisca alla malattia, è stato necessario esaminare più da vicino il suo impatto sulla funzione cerebrale, e ciò ha portato a una collaborazione con il gruppo di ricerca di Verstreken, che aveva già condotto ricerche di successo sull’argomento. Per studiare il ruolo della mutazione, i ricercatori hanno creato un modello utilizzando moscerini della frutta privi del gene SGIP1. Questi moscerini presentavano sintomi simili a quelli del parkinsonismo, tra cui difficoltà di movimento e degenerazione delle cellule cerebrali. Un esame più approfondito ha rivelato che la mutazione causava difetti nelle sinapsi, le strutture che permettono alle cellule cerebrali di comunicare. Ulteriori analisi hanno mostrato che mancano strutture chiave nelle sinapsi, responsabili del riciclo e della scomposizione delle proteine. Questa interruzione suggerisce che la mutazione SGIP1 interferisce con la capacità del cervello di mantenere sane le sinapsi, il che potrebbe avere un ruolo significativo nello sviluppo del parkinsonismo. “Questo lavoro rafforza l’idea che il mantenimento della salute delle sinapsi sia essenziale per la sopravvivenza dei neuroni per tutta la vita”, ha affermato Marianna Decet, prima autrice dello studio. “I nostri risultati evidenziano l’importanza della proteostasi sinaptica, l’equilibrio e il controllo della qualità delle proteine nelle sinapsi, nella protezione da malattie neurologiche come il parkinsonismo”, ha continuato Decet. “Trovare questa mutazione nel gene SGIP1 è emozionante perché fornisce una nuova prospettiva su come si sviluppano questi disturbi neurologici”, ha detto Sabine Kuenen, partner di ricerca e coautrice dello studio. “Ci ricorda che anche piccoli cambiamenti nel nostro codice genetico possono avere un profondo impatto sulla funzione cerebrale”, ha continuato Kuenen. “È la prima volta che vediamo SGIP1 coinvolto nel parkinsonismo e questo ci dà una nuova direzione per la ricerca”, ha dichiarato Verstreken. “Gli studi futuri saranno fondamentali per confermare questi risultati in altri casi e per comprendere le implicazioni più ampie della mutazione SGIP1”, ha aggiunto Verstreken. “La nostra speranza è che, comprendendo come questa mutazione interrompa la comunicazione tra le cellule cerebrali, possiamo contribuire allo sviluppo di nuove strategie per la diagnosi, la prevenzione e il trattamento del parkinsonismo in futuro”, ha concluso Verstreken.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.