Valentina Di Paola

Scoperte due specie di gallinella di mare, usano le “zampe” per scopi diversi

(26 Settembre 2024)

Roma –  Si chiamano Prionotus carolinus e Prionotus evolans, sono due specie di pesci appartenenti alal famiglia delle gallinelle di mare, dotati di appendici a forma di zampe che li rendono particolarmente abili nel muoversi attraverso il fondale. Ad analizzare le particolari caratteristiche di questi animali gli scienziati della Stanford University e dell’Università di Harvard a Cambridge, che hanno pubblicato due articoli distinti sulla rivista Current Biology per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Nicholas Bellono, Corey Allard, Amy Herbert e David Kingsley, ha esaminato la biologia sensoriale e la fisiologia cellulare di molti animali marini, tra cui polpi, meduse e lumache di mare. “Le gallinelle sono davvero peculiari – sottolinea Allard – e nella nostra analisi abbiamo studiato le loro ‘zampe’, i geni che ne guidano la formazione e il percorso evolutivo che ha portato alla loro formazione. In realtà, queste strutture sono estensioni delle loro pinne pettorali, e abbiamo confermato un’ipotesi di lunga data secondo cui si tratta di organi sensoriali”. I ricercatori hanno osservato diversi esemplari che usavano queste zampe per cacciare, nuotare e spostarsi sul fondo. In alcune occasioni sono stati osservati grattare la superficie della sabbia per individuare prede sepolte, come bivalvi e molluschi. L’analisi ha rivelato che le zampe degli animali erano sensibili sia agli stimoli meccanici che a quelli chimici. I ricercatori hanno utilizzato tecniche tra cui editing trascrittomico e genomico per identificare i fattori di trascrizione genica utilizzati nella formazione e nella funzione delle zampe nelle gallinelle. Gli studiosi hanno generato ibridi tra due specie con strutture distinte per esplorare la base genetica delle differenze. I ricercatori hanno classificato le due specie di pesci come Prionotus carolinus e Prionotus evolans, sottolineando che i primi erano in grado di scavare con le zampe e di rispondere agli stimoli fisici e chimici. Al contrario, i P. evolans utilizzavano gli arti per locomozione e ricerca, ma non erano in grado di spostare la sabbia. Analisi approfondite hanno rivelato che le pinne dei P. carolinus erano ricoperte di protuberanze chiamate papille, simili a quelle gustative umane. Gli scienziati hanno quindi dedotto che queste strutture rappresentano sotto-specializzazioni evolutive. “Credo che questo modello di analisi sia davvero interessante – conclude Bellono – abbiamo posto una domanda scientifica e siamo rimasti con una mente curiosa e aperta mentre cercavamo le risposte”. (30Science.com)

 

 

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).