Valentina Di Paola

Progettato un nuovo farmaco per combattere la malaria

(26 Settembre 2024)

Roma – Il farmaco MED6-189 sembra efficace nel contrastare i ceppi resistenti di Plasmodium falciparum, il parassita responsabile della malaria. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Riverside, dell’Università della California a Irvine, e della Yale School of Medicine. Il team, guidato da Karine Le Roch, Choukri Ben Mamoun e Christopher Vanderwal, hanno valutato l’efficacia e la tollerabilità del farmaco MED6-189. Nel 2022, si contano circa 619 mila decessi provocati dal parassita, che da decenni rappresenta una grande sfida per i ricercatori che lavorano per fermare la diffusione della malattia. Stando a quanto emerge dall’indagine, MED6-189 si è rivelato in grado di contrastare i ceppi di i P. falciparum farmaco-sensibili e farmaco-resistenti in vitro e in un modello murino, geneticamente modificato con sangue umano. Il principio attivo, spiegano gli esperti, agisce prendendo di mira e interrompendo l’apicoplasto, un organello presente nelle cellule del parassita, e i percorsi di traffico vescicolare. I ricercatori spiegano che questa duplice modalità di azione impedisce al patogeno di sviluppare resistenza, rendendo il farmaco un composto antimalarico altamente promettente nella lotta contro la malaria. “L’interruzione dell’apicoplasto e del traffico vescicolare blocca lo sviluppo del parassita – afferma Le Roch – per cui ha eliminato l’infezione nei globuli rossi e nel nostro modello murino umanizzato. MED6-189 è risultato efficace anche contro altri parassiti zoonotici della stessa famiglia, come P. knowlesi e P. cynomolgi, che possono infettare le scimmie”. “Nei prossimi step – concludono gli autori – speriamo di continuare a ottimizzare MED6-189 e confermare ulteriormente i meccanismi di azione del composto modificato utilizzando un approccio integrato per comprendere il quadro biologico, esaminando come le cellule interagiscono su scale particolarmente ampie”. (30Science.com)

 

 

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).