Roma – La vortioxetina, un comune farmaco utilizzato per il trattamento della depressione, sembra in grado di rallentare la progressione del glioblastoma, un tumore cerebrale particolarmente aggressivo. Questo incoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati del Politecnico Federale di Zurigo (ETH). Il team, guidato da Berend Snijder e Sohyon Lee, ha utilizzato la farmacoscopia, una speciale piattaforma di screening, per analizzare gli effetti della vortioxetina. Attualmente, spiegano gli esperti, il glioblastoma è considerato incurabile. Operazioni, radiazioni, chemioterapia e interventi chirurgici possono prolungare l’aspettativa di vita dei pazienti, che, nonostante ciò, nel 50 per cento dei casi, non superano i 12 mesi di vita a seguito della diagnosi. Approvata dagli enti regolatori come la Food and Drugs Administration, la vortioxetina è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, per cui potrebbe penetrare le barriere del tumore. Grazie alla farmacoscopia, i ricercatori hanno potuto testare simultaneamente centinaia di sostanze attive su cellule viventi di tessuto canceroso umano.
Nell’ambito dell’indagine, gli studiosi si sono concentrati sulle sostanze neuroattive che attraversano la barriera ematoencefalica. In totale, sono stati considerati 130 agenti diversi su tessuto tumorale prelevato da 40 pazienti. La vortioxetina si è dimostrata il medicinale più efficace. Il gruppo di ricerca ha anche utilizzato un modello computerizzato per testare oltre un milione di sostanze per la loro efficacia contro i glioblastomi, rivelando che la cascata di segnalazione congiunta di neuroni e cellule tumorali svolge un ruolo decisivo e spiega perché alcuni farmaci neuroattivi sembrino più efficaci di altri. Infine, il team ha utilizzato un modello murino con glioblastoma per valutare l’efficacia dell’antidepressivo. Il farmaco ha mostrato risultati incoraggianti, riportano gli scienziati, soprattutto in combinazione con l’attuale trattamento. Per i prossimi step, gli autori stanno avviando due sperimentazioni cliniche, nell’ambito delle quali la vortioxetina sarà testata su pazienti umani. “Il vantaggio di questa opzione – commenta Michael Weller, altra firma dell’articolo – consiste nella sua facilità di reperimento e nella sua già comprovata sicurezza a livello di tollerabilità. Il farmaco è stato infatti già approvato dagli enti regolatori. Ovviamente sarà necessario condurre ulteriori analisi per confermare la sua efficacia come trattamento per il glioblastoma, per cui sconsigliamo l’automedicazione”. “Finora – conclude Snijder – abbiamo dimostrato il suo effetto solamente nelle colture cellulari e nei modelli murini. Le sperimentazioni cliniche ci aiuteranno a valutare la vortioxetina come opzione terapeutica per il glioblastoma. In caso di risultati positivi, sarebbe la prima volta negli ultimi decenni in cui un principio attivo si dimostra in grado di migliorare il trattamento del glioblastoma”. (30Science.com)