Roma – Vi sono luoghi in cui l’inquinamento atmosferico da ozono e particolato fine può migliorare o peggiorare con il cambiamento climatico. Lo rivela uno studio guidato da Lee T. Murray, dell’Università di Rochester, riportato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Le variazioni di temperatura, precipitazioni e circolazione atmosferica dovute al cambiamento climatico possono peggiorare l’inquinamento atmosferico di superficie in alcune regioni e mitigarlo in altre. Murray e colleghi hanno stimato l’impatto dei cambiamenti climatici sulle concentrazioni di particolato fine e ozono, escludendo polvere e fumo, entro la fine del ventunesimo secolo. Gli autori hanno accoppiato un modello di circolazione atmosferica generale con un modello di trasporto chimico globale e hanno incorporato i dati meteorologici dei modelli climatici in una serie di scenari climatici per i periodi compresi tra il 2005 e il 2014 e il 2090 e il 2099. L’analisi ha mostrato un peggioramento dell’inquinamento atmosferico da ozono, guidato dal clima, su quasi tutte le aree terrestri. Le concentrazioni di particolato fine sono migliorate alle latitudini dell’emisfero settentrionale a nord dei tropici, ma sono peggiorate entro la fine del secolo ai tropici e nell’emisfero meridionale, regioni che si prevede registreranno un’elevata crescita demografica nel prossimo secolo. Secondo gli autori, l’impatto del cambiamento climatico sulla qualità dell’aria, con conseguenze sulla produzione agricola e sulla mortalità umana, dovrebbe essere incorporato nelle analisi costi-benefici delle azioni climatiche. (30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Il cambiamento climatico influenza la portata dell’inquinamento atmosferico a seconda del luogo
(17 Settembre 2024)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.