Lucrezia Parpaglioni

Risata può essere efficace come le gocce per la secchezza oculare

(12 Settembre 2024)

Roma –  Una risata può essere efficace quanto un collirio per migliorare i sintomi della malattia dell’occhio secco. È quanto emerge da uno studio clinico condotto in Cina, guidato da Lingyi Liang, del centro oftalmico Zhongshan, Università Sun Yat-Sen, Guangzhou, in Cina, pubblicato oggi da The BMJ. I ricercatori suggeriscono che l’esercizio della risata potrebbe essere un trattamento iniziale per alleviare i sintomi della malattia dell’occhio secco. La malattia dell’occhio secco, DED, è una condizione cronica che si stima colpisca circa 360 milioni di persone in tutto il mondo. Tra i sintomi più comuni vi sono occhi fastidiosi, arrossati, graffianti o irritati. È dimostrato che la terapia della risata allevia la depressione, l’ansia, lo stress e il dolore cronico, rafforzando al contempo la funzione immunitaria, ed è riconosciuta come un trattamento complementare e aggiuntivo vantaggioso per diverse patologie croniche, tra cui i disturbi mentali, il cancro e il diabete. Ma, non si sa ancora se la terapia della risata abbia un effetto benefico sulla malattia dell’occhio secco. Per approfondire l’argomento, ricercatori cinesi e britannici hanno valutato l’efficacia e la sicurezza dell’esercizio della risata in pazienti con sintomi di secchezza oculare. I risultati si basano su 283 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 45 anni, con età media di 29 anni, di cui il 74% erano donne, che sono stati valutati per la malattia dell’occhio secco utilizzando il punteggio dell’indice di malattia della superficie oculare, OSDI, e assegnati in modo casuale a ricevere l’esercizio della risata o un collirio a base di acido ialuronico allo 0,1% di sodio quattro volte al giorno per otto settimane.  Sono stati esclusi i partecipanti con patologie oculari preesistenti, lesioni, infezioni o allergie e quelli che avevano recentemente utilizzato lenti a contatto o qualsiasi trattamento per la malattia dell’occhio secco. Il gruppo che ha eseguito l’esercizio di risata ha guardato un video istruttivo e gli è stato chiesto di vocalizzare e ripetere le frasi “Hee hee hee, hah hah hah, cheese cheese cheese, cheek cheek, hah hah hah hah hah” 30 volte per ogni sessione di cinque minuti, utilizzando un’applicazione mobile di riconoscimento facciale per standardizzare l’esercizio e migliorare i movimenti facciali. Il gruppo di controllo ha applicato un collirio allo 0,1% di acido ialuronico di sodio su entrambi gli occhi quattro volte al giorno per otto settimane, monitorando la frequenza di utilizzo tramite la stessa App. Entrambi i trattamenti sono stati interrotti a otto settimane e l’eventuale variazione dei punteggi di disagio della superficie oculare è stata misurata a 10 e 12 settimane. Il punteggio medio dell’OSDI a otto settimane è risultato inferiore di 10,5 punti, indicando un minor disagio, nel gruppo di esercizio della risata e di 8,83 punti nel gruppo di controllo, con una differenza media di -1,45 punti, suggerendo che l’esercizio della risata non è stato meno efficace del collirio. L’esercizio della risata ha anche mostrato miglioramenti significativi nel tempo di rottura lacrimale non invasivo, ovvero il tempo impiegato per la comparsa del primo punto secco sulla cornea dopo un ammiccamento, nella funzione delle ghiandole di Meibomio, ghiandole oleose che aiutano a prevenire l’evaporazione troppo rapida delle lacrime, e nei punteggi relativi alla salute mentale. Non sono stati riscontrati eventi avversi in nessuno dei due gruppi di studio. Gli autori riconoscono alcune limitazioni che possono aver influenzato i risultati, ma ritengono che i risultati mostrano che l’esercizio della risata non è inferiore all’acido ialuronico sodico allo 0,1% nel migliorare i sintomi e i segni clinici della malattia dell’occhio secco. “In quanto intervento sicuro, ecologico e a basso costo, l’esercizio della risata potrebbe servire come trattamento domiciliare di prima linea per le persone con malattia dell’occhio secco sintomatica e macchie corneali limitate”, hanno concluso gli autori.(30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.