Valentina Di Paola

Ancora distante l’obiettivo delle città in 15 minuti

(16 Settembre 2024)

Roma – Raggiungere l’obiettivo delle città in 15 minuti, un concetto che si basa sull’idea che tutti i residenti abbiano la possibilità di raggiungere i servizi essenziali entro un quarto d’ora, potrebbe essere impraticabile per molte realtà attuali, che avrebbero bisogno di un’ampia ricollocazione dei servizi e dei comfort esistenti, nonché l’aggiunta di un numero impraticabile di nuovi servizi. Questo scoraggiante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Cities, condotto dagli scienziati di Sony Computer Science Laboratories. Il team, guidato da Matteo Bruno, ha utilizzato i dati raccolti da una piattaforma che mappa le città e quanto siano vicine all’idea dei 15 minuti. Questo concetto, spiegano gli esperti, propone un ambiente in cui i cittadini siano in grado di raggiungere, nel giro di un quarto d’ora usufruendo dei mezzi pubblici, i servizi essenziali e i principali comfort. Tra questi, gli autori considerano nove categorie: attività all’aperto, apprendimento, forniture, alimentazione, spostamenti, attività culturali, esercizio fisico, servizi e assistenza sanitaria. Una realtà di questo tipo sarebbe accessibile, efficace e rispettosa dell’ambiente e dei suoi abitanti.

Accessibilità locale misurata in diverse città.
Il pannello A mostra le mappe calcolate dei punteggi di accessibilità locale per un sottoinsieme delle città studiate. Ogni esagono in ogni città è colorato in base al Proximity Time, ovvero il tempo per accedere ai servizi nel paniere della città da 15 minuti. Il codice colore è tale che i colori bluastri (rossastri) corrispondono alle aree il cui tempo di accessibilità dei servizi è inferiore (superiore) a 15 minuti.
Il pannello B mostra la distribuzione cumulativa dei punteggi PT tra la popolazione in città selezionate, ovvero la frazione di popolazione la cui accessibilità è inferiore a un dato PT. Evidenziamo, in particolare, l’intercetta della curva per un PT di 15 minuti, che rivela la frazione della popolazione che vive in una condizione di 15 minuti.
Il pannello C mostra un diagramma di dispersione di diversi punteggi di accessibilità delle città nel nostro studio. Per ogni città, riportiamo il Proximity Time medio rispetto alla frazione della popolazione che vive in una condizione di 15 minuti. La dimensione del cerchio è proporzionale alla densità di popolazione della città e ai codici colore per l’indice di Gini.
Crediti: Matteo Bruno,

Tuttavia, la transizione di un’area urbana in questa direzione è una prospettiva molto impegnativa, e richiede un’attenta pianificazione, una riforma dei trasporti e un impegno notevole di servizi e risorse. Alcune città in tutto il mondo hanno mostrato interesse verso questo principio, ma finora non è stato semplice quantificare la vicinanza degli ambiti urbani a tale obiettivo. Nell’ambito del lavoro, i ricercatori hanno ideato una piattaforma open-access basata sul Web utilizzando i dati dei pacchetti open source GeoPandas e OpenStreetMap. Lo strumento riporta la vicinanza media di centri urbani, quartieri e periferie ai servizi essenziali e alle comodità in tutte le città. Nell’analisi sono state considerate circa 10mila città. I risultati evidenziano una variazione considerevole nella percentuale di popolazione che vive effettivamente entro 15 minuti dai servizi essenziali. Stando a quanto emerge dall’indagine, la diffusione del concetto dipende dalla cultura delle città, dalla loro dipendenza dalle automobili e da una serie di fattori complessi. In generale, riportano gli esperti, i centri cittadini tendevano a essere serviti meglio delle aeree periferiche, un aspetto comune a molte realtà urbane come Parigi, Francia, Atlanta, Georgia e Tokyo. L’utilizzo dei dati open access, commentano gli scienziati potrebbe introdurre alcuni bias, come l’esclusione delle aeree non correttamente mappate. Nei prossimi approfondimenti, concludono gli autori, bisognerebbe includere anche le variazioni climatiche e le differenze culturali tra le città per valutare la distanza effettiva tra cittadini e punti di interesse. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).