Roma – Le emissioni di metano negli ultimi cinque anni sono aumentate più velocemente che mai, nonostante l’impegno delle nazioni del mondo di ridurre del 30 per cento entro la fine del decennio. Questo lo scoraggiante risultato che emerge da una coppia di studi, pubblicati sulla rivista Environmental Research Letters e su Earth System Science Data, condotto dagli scienziati della Stanford University. Il gruppo di ricerca, guidato da Rob Jackson, ha lavorato nell’ambito del Global Carbon Project, un’iniziativa volta a monitorare le emissioni di gas serra in tutto il mondo. Le concentrazioni atmosferiche di metano attuali, riportano gli autori, sono più di 2,6 volte più alte rispetto all’epoca preindustriale, le più elevate degli ultimi 800 mila anni. I tassi di emissione di metano continuano a salire e gli scienziati ribadiscono che per mantenere un clima abitabile è indispensabile ridurre significativamente tali valori. Secondo le stime, infatti, il percorso attuale favorirebbe un incremento delle temperature medie globali di oltre tre gradi Celsius entro la fine del secolo. “Il raggiungimento degli obiettivi del Global Methane Pledge sembrano estremamente lontani ora – afferma Jackson – speriamo davvero che la situazione cambi nel brevissimo futuro, altrimenti possiamo aspettarci gli scenari più drammatici”. Il metano, spiegano gli esperti, è più volatile ma molto più impattante rispetto all’anidride carbonica. Questo gas deriva da fonti naturali, come zone particolarmente umide, o antropogeniche, come i combustibili fossili o le discariche. Durante i primi 20 anni successivi alle emissioni, il metano riscalda l’atmosfera quasi 90 volte più velocemente dell’anidride carbonica. Nonostante la crescente attenzione politica, le emissioni totali annue di metano sono aumentate di 61 milioni di tonnellate (pari al 20 per cento) negli ultimi due decenni. “In Unione Europea e Australia – commenta Marielle Saunois dell’Université Paris-Saclay in Francia e autrice principale del paper pubblicato su Earth System Science Data – sembra che le emissioni antropiche di metano si siano ridotte, ma non in modo sufficiente a compensare gli aumenti regionali osservati in Cina e nel Sud-est asiatico”. Secondo i ricercatori, le emissioni causate dall’uomo hanno continuato ad aumentare almeno fino al 2023. I lockdown e le restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19 hanno contribuito a ridurre le emissioni di ossidi di azoto (NOx) legate ai trasporti, ma il calo è stato solo temporaneo e non ha influenzato significativamente le emissioni di metano. “Stiamo ancora cercando di comprendere appieno gli effetti della pandemia sul bilancio globale del metano – sottolinea Jackson – il Covid ha avuto un impatto su moltissimi aspetti, dall’uso dei combustibili fossili fino alle emissioni di altri gas che possono alterare la durata del metano in atmosfera”. Gli scienziati del Global Carbon Project hanno cercato di quantificare anche l’incremento del metano proveniente da fonti naturali, come zone umide, laghi, stagni e fiumi. Gli scienziati stimano che circa un terzo delle emissioni di metano dalle zone umide e dalle acque dolci degli ultimi anni siano state influenzate da fattori causati dall’uomo, tra cui bacini idrici ed emissioni aumentate dal deflusso di fertilizzanti, dalle acque reflue, dall’uso del suolo e dall’aumento delle temperature. “Le temperature sono sempre più calde e gli episodi di ondate di calore sempre più frequenti – conclude l’autore – abbiamo già raggiunto la soglia degli 1,5 °C in più rispetto alle condizioni preindustriali e stiamo iniziando a sperimentarne le conseguenze. Se non cambiamo atteggiamento, la situazione potrà solo peggiorare”.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Sempre più elevate le emissioni di metano
(11 Settembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).