Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Un nuovo atlante mira a salvaguardare le migrazioni minacciate della fauna selvatica

(4 Settembre 2024)

Roma – Un nuovo atlante online delle migrazioni degli ungulati mira a incoraggiare la salvaguardia delle grandi rotte di migrazione della fauna selvatica, minacciate dall’uomo. L’atlante descrive in dettaglio le rotte migratorie in tutto il mondo, come quelle dei cervi rossi nelle Alpi centrali, delle antilopi saiga in Kazakistan e dei takin in Cina. Il sito Web interattivo consente agli utenti di ingrandire migrazioni specifiche e include mappe con codice colore di come i singoli animali si muovono attraverso il paesaggio. L’atlante contiene anche collegamenti a schede informative che delineano l’importanza della migrazione di ciascuna specie e le minacce che devono affrontare. Gran parte dei dati non era mai stata pubblicata. Gli animali ungulati si sono evoluti per muoversi attraverso il paesaggio, spostandosi da un luogo all’altro alla ricerca di cibo e risorse migliori. Alcune migrazioni sono ben documentate, come i viaggi annuali degli gnu africani del Serengeti-Mara, che si spostano per oltre 130 chilometri in ondate di circa 1,3 milioni di animali. Ma molte altre sono relativamente sconosciute ai ricercatori e ai decisori politici al di fuori degli ambiti locali, in parte perché la tecnologia per tracciare i movimenti degli ungulati con collari elettronici e altri dispositivi non esisteva fino a tempi relativamente recenti. L’atlante include nuovi dati che mostrano come gli alci vagano fino a 100 chilometri nella dura natura selvaggia dell’Alaska, come le renne delle foreste finlandesi percorrono distanze simili in Scandinavia e come alcuni elefanti africani nello Zimbabwe e nel Botswana si spostano fino a 300 chilometri in poche settimane. Il progetto è stato ideato da otto scienziati, tra cui Francesca Cagnacci, ecologa comportamentale e della conservazione presso la Edmund Mach Foundation, e Matt Kauffman, biologo della fauna selvatica presso l’US Geological Survey. Nel corso della loro carriera, i ricercatori hanno visto le migrazioni della fauna selvatica diventare sempre più complesse a causa degli interventi umani o scomparire del tutto. I creatori, che fanno parte della Global Initiative on Ungulate Migration, sperano che l’atlante consenta a governi, aziende e gestori della fauna selvatica di accedere più facilmente alle informazioni sugli spostamenti degli animali, in vista della costruzione di strade, ferrovie, oleodotti e altre infrastrutture.(30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla