Roma – La condivisione delle emozioni negative potrebbe dipendere dal rilascio di serotonina, che aiuta a soffrire in misura minore in caso di evento traumatico successivo. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Università di Losanna. Il team, guidato da Sarah Mondoloni, ha utilizzato un modello murino per valutare il meccanismo alla base del contagio emotivo e della resilienza. Stando a quanto emerge dall’indagine, i topolini che osservavano i propri simili provare dolore mostrano meno segni di disperazione comportamentale quando si trovano di fronte allo stesso evento. Il contagio emotivo sperimentato dagli animali, commentano gli studiosi, sembra rafforzare la resilienza contro uno stato depressivo. La resistenza richiede un aumento del rilascio di serotonina in una parte del cervello chiamata abenula laterale. “Il nostro lavoro – afferma Mondoloni – suggerisce che nei modelli murini, al pari degli esseri umani, un trauma graduale può promuovere la resilienza, consentendo agli individui di affrontare più facilmente le sfide future. Questi risultati potrebbero contribuire a perfezionare l’attuale modello dei circuiti neuronali chiave coinvolti nella depressione”. Il contagio emotivo negativo nei topolini è stato prodotto osservando i propri compagni ricevere una scossa elettrica su una zampa. Quando poi gli animali ricevevano la scossa in prima persona, il rilascio di serotonina aiutava a produrre resilienza riducendo lo scoppio neuronale nell’abenula laterale. “Questa iperattività – concludono gli autori – è alla base dei comportamenti depressivi nei topi. I risultati hanno una grande potenziale rilevanza per essere incorporati nel trattamento della depressione, della depressione e del disturbo da stress post-traumatico”.(30Scence.com)
Valentina Di Paola
I topi imparano a gestire le difficoltà osservando il dolore dei propri simili
(5 Settembre 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).