Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Africa, aumento delle temperature potrebbe aumentare i decessi perinatali

(4 Settembre 2024)

Roma – Le sempre più frequenti ondate di calore nell’ Africa subsahariana potrebbero aumentare il numero di decessi perinatali. E’ quanto emerge da uno studio guidato dal Karolinska Institutet e pubblicato su Nature Medicine. “Mentre le temperature stanno aumentando nell’Africa subsahariana, la conoscenza di come influenzano le donne incinte e i loro bambini è scarsa”, afferma l’autrice corrispondente dello studio Claudia Hanson, docente presso il Dipartimento di Salute Pubblica Globale, Karolinska Institutet, Svezia. “I nostri risultati indicano che l’assistenza alle madri e ai neonati in questa regione deve essere migliorata per garantire che i miglioramenti duramente ottenuti nella riduzione della mortalità non vadano persi a causa del cambiamento climatico”, aggiunge Andrea Pembe, professore presso il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia, Muhimbili University of Health and Allied Sciences, Tanzania. Lo studio ha incluso oltre 138.000 parti in 16 ospedali in quattro paesi dell’Africa subsahariana: Benin, Malawi, Tanzania e Uganda. I ricercatori hanno analizzato l’associazione tra temperature elevate nella settimana prima della nascita e mortalità perinatale, vale a dire un decesso appena prima, durante o entro 24 ore dalla nascita. Le temperature elevate sono state definite come un aumento della temperatura media settimanale per una settimana tipicamente calda (tra 22 e 28 °C a seconda del paese, corrispondente ai 75ilpercentile) ad una settimana eccezionalmente calda (tra 24 e 29 °C, corrispondente al 99ilpercentile). I neonati le cui madri erano state esposte ad alte temperature la settimana prima del parto avevano un rischio di morte perinatale più alto del 34 percento, un rischio che raddoppiava durante i sei mesi più caldi dell’anno. A differenza di molti altri paesi, una grande percentuale, quasi la metà, di tutti i nati morti si è verificata durante il travaglio. “Il nostro studio dimostra che c’è un bisogno urgente di sviluppare e implementare interventi che proteggano le donne incinte e i loro bambini durante le ondate di calore”, afferma il coautore principale Jeroen de Bont, ricercatore post-dottorato nel gruppo di ricerca di Petter Ljungman presso l’Institute of Environmental Medicine, Karolinska Institutet. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla