Valentina Arcovio

Le donne hanno paura dei falsi positivi delle mammografie

(2 Settembre 2024)

Roma – I risultati anomali delle mammografie e i falsi positivi sembrano rappresentare un deterrente importante per le pazienti, che decidono di non sottoporsi agli screening successivi. Lo evidenzia uno studio, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine, condotto dagli scienziati dell’Università della California a Davis. Il team, guidato da Diana Miglioretti, ha analizzato i dati di oltre 3,5 milioni di mammografie di screening a livello nazionale eseguite tra il 2005 e il 2017 su oltre 1 milione di pazienti di età compresa tra 40 e 73 anni. La diagnosi precoce del cancro al seno tramite screening mammografico, spiegano gli esperti, continua a rappresentare il metodo più affidabile per il riconoscimento di questa neoplasia. Eppure, molte donne sono scoraggiate dai falsi positivi e dai risultati anomali che possono verificarsi in sede di test e richiedono ulteriori approfondimenti, anche se poi la maggior parte dei casi non determina diagnosi di cancro. “Questo lavoro – sottolinea Miglioretti – solleva importanti preoccupazioni sulle potenziali conseguenze indesiderate dei falsi positivi, per cui le donne potrebbero evitare di sottoporsi in futuro a mammografie di controllo”. L’analisi dimostra che il 77 per cento delle pazienti che avevano ricevuto un risultato negativo a seguito di mammografia ha eseguito l’esame di controllo. Tuttavia, la percentuale scendeva al 61 per cento dopo un risultato falso positivo che richiedeva una seconda valutazione a distanza di sei mesi e al 67 per cento quando veniva raccomandata una biopsia. L’impatto sembra ancora più evidente per le persone che avevano ricevuto falsi positivi su due esami consecutivi. In questa popolazione, solo il 56 per cento si sottoponeva all’esame a distanza di sei mesi. “Un falso positivo – commenta Miglioretti – specialmente se si traduce in una diagnosi di malattia benigna, è associato a un rischio maggiore di neoplasie in futuro. Per questo è fondamentale che le pazienti proseguano le visite di screening”. I falsi positivi si verificano nel 10-12 per cento degli esami per le pazienti di età compresa tra 40 e 49 anni. Dopo 10 anni di screening annuali, il 50-60 per cento delle donne può ricevere un falso positivo e tra il 7 e il 12 per cento viene indirizzato a eseguire una biopsia. “La maggior parte dei casi si traduce in un falso allarme – conclude Miglioretti – è normale provare ansia o preoccupazione. Raccomandiamo alle pazienti di prendere in considerazione la possibilità di richiedere un’interpretazione in loco della loro mammografia. Alcune strutture forniscono questo servizio insieme a un’analisi diagnostica in giornata, se c’è un riscontro sospetto. È fondamentale che i medici rassicurino le pazienti sull’eventualità dei falsi positivi e sensibilizzino le donne sull’importanza delle analisi di screening”. (30Science.com)

 

Valentina Arcovio