Roma – Il DNA è ben noto per la sua forma a doppia elica. Ma il genoma umano contiene anche più di 50mila insolite strutture di DNA simili a “nodi” chiamate i-motif. A mapparli per la prima volta è stato un gruppo di ricercatori del Garvan Institute of Medical Research di Sidney, in uno studio pubblicato sulla rivista The EMBO Journal. I risultati gettano luce sul potenziale ruolo di questi “nodi” nella regolazione genica coinvolta nelle malattie. In uno studio fondamentale del 2018, gli scienziati del Garvan sono stati i primi a visualizzare direttamente gli i-motif all’interno di cellule umane viventi utilizzando un nuovo strumento anticorpale sviluppato proprio per riconoscere e legarsi agli i-motif. Il nuovo studio si basa su questi risultati: i ricercatori hanno usato questo anticorpo per identificare le posizioni degli i-motif nell’intero genoma. “In questo studio, abbiamo mappato più di 50.000 siti i-motif nel genoma umano che si verificano in tutti e tre i tipi di cellule che abbiamo esaminato”, afferma l’autore senior del lavoro, Daniel Christ, responsabile dell’Antibody Therapeutics Lab e direttore del Centre for Targeted Therapy presso il Garvan. “Si tratta di un numero notevolmente elevato per una struttura del DNA la cui esistenza nelle cellule era un tempo considerata controversa. I nostri risultati – continua – confermano che gli i-motif non sono solo una curiosità di laboratorio, ma sono diffusi e probabilmente svolgono ruoli chiave nella funzione genomica”. Gli i-motif sono strutture di DNA che differiscono dalla forma iconica a doppia elica. Si formano quando tratti di lettere di citosina sullo stesso filamento di DNA si accoppiano tra loro, creando una struttura a quattro filamenti attorcigliata che sporge dalla doppia elica. I ricercatori hanno scoperto che gli i-motif non sono distribuiti casualmente, ma concentrati in aree funzionali chiave del genoma, comprese le regioni che controllano l’attività genica. “Abbiamo scoperto che gli i-motif sono associati a geni che sono altamente attivi durante momenti specifici del ciclo cellulare”, afferma Cristian David Peña Martinez, scienziato dell’Antibody Therapeutics Lab e primo autore dello studio. “Abbiamo anche scoperto che gli i-motif si formano nella regione del promotore degli oncogeni, ad esempio l’oncogene MYC , che codifica uno dei più noti bersagli ‘non farmacologici’ del cancro. Ciò rappresenta un’entusiasmante opportunità di colpire i geni legati alla malattia attraverso la struttura i-motif”, conclude. (30Science.com)
Valentina Arcovio
Mappati 50mila misteriosi “nodi” del Dna nel genoma umano
(29 Agosto 2024)
Valentina Arcovio