Valentina Di Paola

Svelare i misteri dell’accoppiamento delle zanzare per frenare la malaria

(30 Agosto 2024)

Roma – Conoscere i dettagli dell’accoppiamento delle zanzare potrebbe portare a nuove tecniche di contenimento della malaria più efficaci e allo stesso tempo guidare lo sviluppo del volo di precisione dei droni. Questo curioso risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli scienziati dell’Università di Washington, della Wageningen University nei Paesi Bassi, dell’Health Sciences Research Institute in Burkina Faso e dell’University of Montpelier in Francia. Il team, guidato da Saumya Gupta, ha analizzato l’interazione tra i sensi delle zanzare e i sistemi di accoppiamento degli insetti. Come la maggior parte delle specie di Anopheles, le coluzzii, tra i principali rensponsabili della diffusione della malaria, si accoppiano in grandi sciami, composti per la maggior parte da esemplari maschi, con alcune femmine che sfrecciano rapidamente. I maschi devono perciò utilizzare vari sensi per evitare possibili collisioni e per individuare una potenziale partner. È ben noto che sono gli esemplari femmine di zanzare Anopheles i responsabili dei fastidiosi pizzichi, mentre le controparti maschili associano l’inconfondibile ronzio alla possibilità di accoppiamento. Molte specie di zanzare hanno una vista relativamente scarsa, comprese le Anopheles coluzzii. Tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che i maschi della specie sembrano “attivare” la vista quando ascoltano il ronzio rivelatore del movimento delle ali delle femmine, tanto da riuscire a fissare visivamente il bersaglio e dirigersi con sicurezza verso la partner. “Abbiamo scoperto questa associazione incredibilmente forte nelle zanzare maschio quando cercano una compagna – spiega Gupta – la frequenza specifica del battito d’ali promuove uno stimolo che coinvolge il sistema visivo. Ciò evidenzia la complessa interazione tra i diversi sistemi sensoriali delle zanzare”. I risultati potrebbero portare allo sviluppo di una nuova generazione di trappole specifiche per le zanzare Anopheles. “Il suono delle potenziali partner – aggiunge Jeffrey Riffell, autore senior dell’articolo – è così attraente per i maschi che li spinge a dirigersi verso quella che pensano essere la fonte. Potremmo progettare sistemi intelligenti per catturare i maschi”. Per testare il comportamento di volo delle singole zanzare maschio, gli scienziati hanno costruito un’arena in miniatura che utilizza uno schermo curvo e pixelato per imitare il caos visivo di uno sciame e rappresentare una simulazione di volo degli insetti. I ricercatori hanno scoperto che i maschi rispondevano in modo diverso a un oggetto nel loro campo visivo in base al suono che i ricercatori trasmettevano. In particolare, i rumori a 450 hertz, la frequenza con cui le ali delle zanzare femmine battono in questi sciami, portavano gli insetti a dirigersi in modo sicuro verso la fonte del suono, che invece non risultava attraente se riproduceva segnali a 700 hertz, tipici dei compagni maschi. “Il potere di risoluzione dell’occhio della zanzara – spiega Riffell – è circa mille volte inferiore rispetto a quello umano. Le zanzare tendono a usare la vista per comportamenti più passivi, come evitare altri oggetti e controllare la propria posizione, ma abbiamo scoperto che gli insetti possono utilizzare segnali visivi per evitare le collisioni all’interno degli sciami”. Allo stesso tempo, riportano gli autori, l’ascolto dei segnali sonori associati alla presenza di femmine sembra alterare significativamente il comportamento di volo delle zanzare, per questo è stato ipotizzato che gli animali siano in grado di implementare informazioni sonore e visive. “Gli sciami – conclude Riffell – rappresentano un obiettivo popolare per gli sforzi di controllo delle zanzare, perché portano davvero a una forte riduzione delle punture in generale. Le misure di contenimento odierno sono però sempre meno efficaci, dato che gli animali stanno sviluppando resistenza. Abbiamo bisogno di nuovi approcci, come esche e trappole, che attirino gli insetti in modo più efficace. L’analisi dei meccanismi che i maschi sfruttano per orientarsi all’interno dei caotici sciami potrebbe portare anche allo sviluppo di nuove tecnologie di controllo del volo di droni”. (30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).