Lucrezia Parpaglioni

La dieta pesco-vegetariana riduce il rischio di morte negli anziani

(23 Agosto 2024)

Roma – La dieta pesco-vegetariana, a base di pesce e verdure, è la migliore fonte di prevenzione contro il rischio di malattie e morte nelle persone molto anziane. Lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori della Loma Linda University Health, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. Gli scienziati hanno scoperto che le diete vegetariane sono associate a un rischio minore di mortalità per tutte le cause e per molte cause specifiche, soprattutto tra i maschi e nei soggetti di mezza età. Tuttavia, tra i vegetariani molto anziani è stato osservato un rischio leggermente più elevato per condizioni neurologiche come ictus, demenza e malattia di Parkinson. Ciononostante, la dieta pesco-vegetariana ha continuato a offrire un piccolo ma evidente vantaggio rispetto ad altre diete vegetariane e non vegetariane, anche nelle persone anziane. “Una dieta vegetariana sembra offrire una protezione dal rischio di morte durante la mezza età, ma una volta che aiuta le persone a raggiungere gli ottanta anni di età, il vantaggio complessivo sembra scomparire”, ha detto Gary Fraser, della Loma Linda University School of Public Health e ricercatore principale dello studio. “L’aumento del rischio di patologie neurologiche tra i vegetariani ottantenni non è enorme, ma c’è qualcosa che non dovremmo ignorare se vogliamo che il vantaggio vegetariano continui per tutti i vegetariani in età avanzata”, ha continuato Fraser. Lo studio ha utilizzato i dati dell’Adventist Health Study-2, un’enorme coorte di quasi 96.000 persone che hanno vissuto negli Stati Uniti e in Canada durante il reclutamento di base dello studio, tra il 2002 e il 2007, con un follow-up che si è protratto fino al 2015. I dati di questo gruppo sono stati utilizzati per numerosi studi su salute, malattie e mortalità nel corso degli anni. La ricerca ha preso in esame i dati di oltre 88.000 soggetti e circa 12.500 decessi nella coorte dello studio. I dati sulla dieta sono stati raccolti tramite un questionario e poi classificati in cinque modelli: non vegetariano, semi-vegetariano, pesco-vegetariano, latto-ovo-vegetariano e vegano. Fraser ha sottolineato che il suo gruppo di ricerca ha scoperto che i vegetariani nel complesso avevano un rischio di morte inferiore del 12% rispetto ai non vegetariani. I partecipanti allo studio con una dieta pesco-vegetariana avevano un rischio di morte inferiore del 18%. Quelli con una dieta latto-ovo-vegetariana, che includeva latticini e uova, avevano un rischio di morte inferiore del 15%. I vegani nel complesso avevano un rischio di morte inferiore al 3%, ma i vegani maschi avevano risultati nettamente migliori dei non vegetariani, a differenza delle donne. “Nel complesso, questi sono alcuni dei dati più chiari sul fatto che i vegetariani americani sono più protetti dalla morte prematura rispetto ai non vegetariani”, ha dichiarato Fraser. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.