Gianmarco Pondrano d'Altavilla

La scomparsa delle foreste genera un riscaldamento superiore a quello del cambiamento climatico

(20 Agosto 2024)

Roma – La deforestazione delle foreste montane dell’Africa ha generato un aumento delle nubi e un riscaldamento superiore a quelli causati dal cambiamento climatico. E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’ Università di Helsinki e pubblicato su Nature Communications. L’aumento del livello delle nubi diminuisce la raccolta dell’acqua, poiché quando la nube tocca la volta della foresta, l’acqua si deposita sulle superfici delle piante e del terreno. Se la base delle nubi è più alta, questo fenomeno non si verifica, chiarisce il Prof. Petri Pellikka , direttore della Taita Research Station. I siti dello studio erano situati negli altopiani di Kenya, Tanzania, Etiopia e Sudafrica. Lo studio è stato uno dei risultati della Taita Research Station, che l’Università di Helsinki ha mantenuto nel Kenya meridionale dal 2009. Il contributo dell’Università di Helsinki per lo studio è stato fornito dall’Earth Change Observation Laboratory presso il Dipartimento di Geoscienze e Geografia. “Nei nostri studi a Taita Hills, è stato misurato che ogni anno sulle cime delle montagne boscose, il 20 per cento in più di acqua atterrava a terra rispetto alle aree aperte. Ciò è dovuto alla nebbia depositata sugli alberi, che gocciola a terra sotto forma di goccioline. Questo si aggiunge alle precipitazioni. Se le nuvole rimangono più alte e non toccano le foreste, questo fenomeno non si verifica più”, afferma Pellikka. Lo studio ha anche scoperto che, a causa della relazione negativa tra temperatura e altitudine, gli impatti del riscaldamento dovuto alla deforestazione possono diminuire con l’aumento dell’altitudine. Tuttavia, la deforestazione su larga scala (vale a dire, la perdita di copertura arborea superiore al 70 per cento in un’area di 1 km x 1 km) può compensare l’effetto di raffreddamento dell’altitudine e un riscaldamento comparabile può essere indotto a quote più elevate nelle foreste montane africane. (30Science.com)

 

Gianmarco Pondrano d'Altavilla