Gianmarco Pondrano d'Altavilla

Da scienziati appello all’ONU per impegno su riduzione della popolazione globale

(7 Agosto 2024)

Roma – Un gruppo di esperti di demografia ha chiesto alle Nazioni Unite di impegnarsi per rivedere l’attuale paradigma di crescita, concentrandosi sulla riduzione della popolazione globale per tracciare la strada per una “via d’uscita da molteplici crisi ambientali e sociali”. Gli scienziati hanno pubblicato il loro appello su The Journal of Population and Sustainability. “Il superamento della disponibilità di risorse naturali – scrivono gli autori – è il motore sottostante del crollo climatico, del collasso della biodiversità, dell’intossicazione globale e dell’aggravamento dei conflitti sociali e della guerra”. Citando un ampio corpus di ricerche esistenti, sostengono che ridurre la crescita della popolazione e dei consumi e sostenere i diritti riproduttivi e l’autonomia di donne e ragazze sono la strada per porre rimedio a queste crisi e promuovere la giustizia sociale ed ecologica. Gli autori individuano la conferenza del Cairo del 1994 su popolazione e sviluppo come “una brusca svolta rispetto alla precedente enfasi sulle preoccupazioni demografiche e sul loro legame con la tutela ambientale”, e citano il rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) sullo stato della popolazione mondiale (SWOP) del 2023, intitolato con superficialità “8 miliardi di vite, infinite possibilità”, come prova della continua riluttanza delle Nazioni Unite a considerare la crescita demografica come motore delle attuali crisi ambientali e sociali. “Il rapporto [SWOP] respinge numerosi studi di scienziati stimati che tracciano collegamenti conclusivi tra crescita del numero di esseri umani e crollo climatico, perdita di biodiversità, estinzioni di specie, scarsità di risorse, conflitti, povertà, insicurezza alimentare e altro ancora”, scrivono gli autori. Invitano le Nazioni Unite a guidare la strada “per andare oltre gli approcci fallimentari della nostra politica attuale per abbandonare l’incessante ricerca della crescita e per abbracciare un senso della nostra umanità condivisa radicata nella più ampia rete della vita”. (30Science.com)

Gianmarco Pondrano d'Altavilla