Lucrezia Parpaglioni

Olimpiadi 2024: da scienziati appello per CIO a tagliare legami con la Coca Cola

(7 Agosto 2024)

Roma – Il Comitato Olimpico Internazionale, CIO, dovrebbe tagliare i ponti con la Coca Cola, nell’interesse degli atleti, degli spettatori e del pianeta. A dirlo Trish Cotter e Sandra Mullin, dell’organizzazione internazionale per la salute pubblica Vital Strategies, in un editoriale pubblicato sulla rivista ad accesso libero BMJ Global Health. Secondo gli autori, la sponsorizzazione dell’azienda porta gli atleti ad avallare implicitamente il consumo di bevande zuccherate non salutari e fornisce alla Coca Cola un accesso elitario ai leader politici e aziendali per esercitare la propria influenza. “La Coca Cola sponsorizza i Giochi Olimpici da quasi 100 anni, e c’è una buona ragione per questo”, hanno detto i ricercatori. “La sponsorizzazione di eventi sportivi di alto profilo è solitamente una strategia di marketing molto efficace” hanno continuato gli scienziati. “Nel 2022, The Coca Cola Company aveva 233 accordi di sponsorizzazione attivi in tutto il mondo in 21 sport”, hanno proseguito gli autori. “Di fatto, nel 2023, Coca Cola aveva il maggior numero di sponsorizzazioni sportive rispetto a qualsiasi altro marchio”, hanno sottolineato i ricercatori. “Questi accordi non solo consentono ai marchi di sfruttare il legame emotivo dei consumatori con i più grandi momenti sportivi, ma la sponsorizzazione di eventi sportivi attira anche i singoli atleti in taciti endorsement che altrimenti molti sceglierebbero di evitare”, hanno aggiunto gli autori. I ricercatori hanno poi citato il caso del calciatore Cristiano Ronaldo, che in occasione di una conferenza stampa per i campionati europei di calcio del 2021, nonostante la Coca Cola fosse uno sponsor ufficiale dell’evento, ha messo da parte due bottiglie di Coca Cola e ha tenuto in mano una bottiglia della sua acqua preferita.  “Il gesto è stato visto dal pubblico come un rimprovero all’idea che la Coca Cola sia una bevanda benefica abbracciata dagli atleti all’apice del loro gioco”, hanno evidenziato gli autori. “Con pochi secondi di filmato, si dice che 4 miliardi di dollari siano stati cancellati dal valore di mercato del gigante delle bibite”, hanno notato gli autori. Nonostante l’evidenza del contributo delle bevande zuccherate all’obesità, al diabete di tipo 2, all’ipertensione e alle malattie cardiache, e nonostante la missione del CIO di promuovere la salute degli atleti, Coca Cola rimane uno sponsor di primo livello dei Giochi Olimpici e mantiene un contratto almeno fino al 2032. “Il marchio ha molto da guadagnare: oltre 3 miliardi di persone in tutto il mondo si sono sintonizzate sulle trasmissioni dei Giochi di Tokyo 2020 e 28 miliardi di video sono stati visti sulle piattaforme digitali delle emittenti”, hanno precisato i ricercatori. “Con un pubblico di queste dimensioni, la pubblicità durante i Giochi olimpici è un’opportunità ambita dalle aziende per presentare i loro prodotti, anche se dannosi per i consumatori”, hanno affermato gli autori. “I milioni versati in questo accordo portano alla Coca Cola molto più che un posto alla cerimonia di apertura: l’azienda ha comprato l’ingresso a vari eventi in cui le relazioni vengono forgiate dietro le porte chiuse del privilegio aziendale”, hanno specificato gli scienziati. “Questa strategia “culmina in un’opportunità da medaglia d’oro per “lavare” un prodotto malsano”, hanno suggerito i ricercatori, aggiungendo che i processi di confezionamento e distribuzione contribuiscono enormemente all’inquinamento da plastica, alle emissioni di gas serra e all’insicurezza idrica nelle comunità povere. “Continuando a collaborare con la Coca Cola, il movimento olimpico rischia di essere complice nell’intensificare un’epidemia globale di cattiva alimentazione, degrado ambientale e cambiamento climatico”, hanno rimarcato gli autori. “Anche i principali organismi internazionali di salute pubblica, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Federazione Mondiale dell’Obesità, devono alzare il tiro, con una migliore comprensione del ruolo unico del marketing sportivo”, hanno sostenuto gli autori. “Il CIO deve riconoscere che il fatto che la Coca Cola continui ad associarsi alle Olimpiadi contraddice i valori fondamentali di questo evento globale e mette i Giochi a rischio di essere complici delle nostre crisi nutrizionali e ambientali”, hanno commentato i ricercatori. “Tagliando i ponti con la Coca Cola, il CIO può inviare un messaggio forte: le Olimpiadi sono sinonimo di integrità, salute e sostenibilità”, hanno suggerito gli scienziati. “Imploriamo il CIO di agire rapidamente nell’interesse degli atleti, degli spettatori e del pianeta”, hanno concluso gli autori. (30Science.com)

Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.