Roma –– Scoperta in Giappone una specie di stella marina, la prima da oltre 50 anni. Ciò è stato possibile grazie alla collaborazione tra i ricercatori dell’Università di Tokyo, dell’Acquario di Enoshima, del Museo di Scienze Marine, della Prefettura di Fukushima e del Centro di ricerca sulla pesca della Prefettura di Yamaguchi, in Giappone. La stella marina, descritta sul giornale dell’Università di Tokyo, che è stata chiamata Paragonaster hoeimaruae, appartiene alla famiglia Pseudarchasteridae. È di un caratteristico colore rosso e beige, ha cinque braccia e misura poco più di 10 centimetri. Secondo i ricercatori la scoperta dimostra l’importanza e i vantaggi del lavoro di gruppo per comprendere meglio la diversità degli oceani. Nonostante il nome, le stelle marine sono più strettamente imparentate con i ricci di mare e i cetrioli di mare. Sebbene possano sembrare docili e flosce arenate su una spiaggia sabbiosa, in realtà sono importanti predatori che possono avere fino a 50 braccia, estendersi per un metro e vivere per decenni. In natura, si conoscono circa 2.000 specie di stelle marine. La nuova specie appartiene a una famiglia di stelle marine chiamata Pseudarchasteridae. Finora nelle acque giapponesi erano state avvistate solo quattro specie di Pseudarchasteridae, appartenenti a due generi. “Abbiamo scoperto la stella marina, appena battezzata Paragonaster hoeimaruae, al largo della penisola di Izu, nella baia di Sagami, a sud di Tokyo”, ha raccontato Itaru Kobayashi, della Misaki Marine Biological Station dell’Università di Tokyo. “Ne abbiamo trovata un’altra anche nel Mar del Giappone, a nord-ovest della Prefettura di Yamaguchi, nel Giappone sud-occidentale”, ha spiegato Kobayashi, che è anche ricercatore principale. “Sono stati catturati tra i 150 e i 350 metri di profondità, hanno un corpo ben proporzionato con cinque braccia e sono di un bel rosso in superficie e beige sotto”, ha continuato Kobayashi. La squadra di ricerca ha raccolto una varietà di specie in tutto il Giappone tra il 2021 e il 2023. Le stelle marine sono state raccolte dalle gabbie per gamberi e granchi utilizzate dai pescatori delle prefetture di Hokkaido e Shizuoka, rispettivamente nel nord e nel centro del Giappone, e dalle indagini con reti a strascico, in cui una grande rete viene trascinata sul fondo dell’oceano, condotte da una nave di ricerca sulla pesca della prefettura di Yamaguchi. Il nome della stella marina hoei è stato preso dal peschereccio Hoei-maru, che per primo ha raccolto l’esemplare. Il gruppo di scienziati ha registrato anche altre stelle marine in luoghi diversi da quelli in cui erano state trovate in precedenza. Di particolare rilievo è stata la Gephyreaster swifti, una stella marina sorprendentemente grande, di circa 30 centimetri di diametro, trovata al largo della costa settentrionale di Hokkaido. In precedenza, era stata registrata solo lungo la costa occidentale del Pacifico degli Stati Uniti e del Canada, fino alle isole del Mare di Bering, a nord. “In Giappone vivono circa 250 specie di stelle marine e siamo rimasti sorpresi che una così grande sia stata trascurata”, ha evidenziato Kobayashi. “La nostra ricerca evidenzia come la diversità delle specie nelle acque giapponesi sia ancora sottovalutata”, ha dichiarato Kobayashi. “Queste interessanti scoperte dimostrano quanto sia importante che pescatori, acquari, università e altri istituti di ricerca collaborino per comprendere meglio i nostri oceani e la biodiversità marina”, ha concluso Kobayashi.(30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Scoperta nuova specie di stella marina
(5 Agosto 2024)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.