Roma – Visto l’elevato numero di specie a rischio di estinzione, potrebbe essere utile predisporre un biorepository sulla Luna. Questa curiosa soluzione è stata presentata dagli scienziati dello Smithsonian’s National Zoo and Conservation Biology Institute, che hanno pubblicato un articolo sulla rivista BioScience per rendere noti i risultati del proprio lavoro. Il team, guidato da Mary Hagedorn, ha valutato la fattibilità di una strategia innovativa per proteggere la biodiversità del pianeta, installando una struttura di stoccaggio passiva e duratura per campioni crioconservati delle specie animali più a rischio. Sfruttando le temperature più fredde del satellite, il biodeposito potrebbe essere costruito nelle regioni permanentemente in ombra, vicino ai poli, dove le temperature rimangono costantemente al di sotto di -196 gradi Celsius. Il centro di repository, aggiungono gli esperti, non necessiterebbe intervento umano o alimentazione elettrica, due fattori che potrebbero minacciare la resilienza dei depositi terrestri. Allo stesso tempo, la struttura lunare sarebbe al sicuro da disastri naturali terrestri, cambiamenti climatici e conflitti geopolitici. Il gruppo di ricerca ha già iniziato a sviluppare protocolli di crioconservazione utilizzando campioni di Asterropteryx semipunctata. Tra le sfide più importanti, gli scienziati dovranno sviluppare un imballaggio robusto per il trasporto spaziale, la mitigazione degli effetti delle radiazioni e la definizione di complessi quadri di governance internazionale. Il programma decennale risultante, commentano gli esperti, richiederebbe un’ampia collaborazione tra nazioni, agenzie e stakeholder internazionali. In particolare, nei prossimi step gli autori sperano di espandere le partnership tra le agenzie di ricerca spaziale, e la conduzione di ulteriori test sulla Terra e a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Nonostante le numerose difficoltà, gli scienziati ribadiscono che la necessità di agire è urgente. “A causa di innumerevoli fattori antropici – concludono gli scienziati – un’elevata percentuale di specie ed ecosistemi affronta minacce di destabilizzazione ed estinzione che stanno accelerando più rapidamente della nostra capacità di salvare queste specie nel loro ambiente naturale. Un biorepository sulla Luna potrebbe rappresentare una soluzione innovativa e perseguibile per la salvaguardia della biodiversità”.(30Science.com)
Valentina Di Paola
Serve realizzare un biodeposito sulla Luna per salvare la biodiversità
(31 Luglio 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).