Valentina Di Paola

Su Nature tre studi esplorano le strategie possibili per salvare le barriere coralline

(29 Luglio 2024)

Roma – Migliorare le capacità di previsione, diversificare e abbracciare teorie emergenti, empirismo, sperimentazione e le implicazioni sulla governance. Sono questi i principali punti chiave di una strategia efficace per garantire un futuro alle barriere coralline. A valutare le varie possibilità una trilogia di articoli, pubblicati sulla rivista Nature Climate Change. Il primo gruppo di ricerca, guidato da Timothy McClanahan, della Wildlife Conservation Society, evidenzia le possibili conseguenze dei cambiamenti climatici sui coralli. Secondo gli autori, è necessario approfondire i meccanismi che possono provocare sbiancamenti e perdita di biodiversità, andando oltre le narrazioni generica di perdita globale. “Il mancato riconoscimento di eterogeneità – sostiene McClanahan – può ostacolare l’implementazione di strategie di gestione e confondere la comunicazione pubblica. Dobbiamo quantificare e comunicare meglio la complessità spaziale e le incertezze dei risultati ecologici”. In un altro lavoro, il team di Michael Webster e Daniel Schindler della New York University, ha valutato i benefici e i rischi dell’implementazione della sostituzione ecologica, secondo cui i coralli perduti verrebbero sostituito da altre specie con funzioni ecosistemiche simili. Secondo gli scienziati, questo approccio comporta molti rischi, compresi alcuni ancora non del tutto compresi, ma allo stesso tempo bisogna considerare il pericolo intrinseco di non agire. “Rischi e benefici delle possibili opzioni sono importanti – scrivono gli studiosi – ma è fondamentale capire anche le conseguenze che deriverebbero dal non intervento. La sostituzione ecologica dovrebbe quantomeno essere tenuta in considerazione”. Nell’ultimo articolo della serie, il gruppo di Robert Streit, dell’Università di Melbourne, solleva preoccupazioni in merito a interventi scientifici come la bioingegneria e la geoingegneria, che potrebbero distrarre dall’obiettivo principale, che dovrebbe essere la mitigazione delle emissioni. “Il nostro non è un invito all’inazione – concludono – dobbiamo agire, e dobbiamo farlo in fretta. È fondamentale, tuttavia, individuare la strategia più efficace per affrontare i problemi derivanti dal cambiamento climatico”.(30Science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).