Roma – “L’85% delle acque in Italia ha origini minerarie, ed è quindi ricca di sali minerali, che hanno un apporto benefico per la salute”. Questo il commento di Luca Lucentini, Direttore del Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque (CeNSia), nel corso della presentazione del primo rapporto nazionale sull’acqua potabile in Italia, che si è tenuto oggi a Roma. “Secondo dati, che riguardano gli anni 2020- 2022 e coprono 90%popolazione nazionale – ha continuato Lucentini – i parametri microbiologi e chimici presentano poche differenze sul territorio e sono pressoché sicure in tutta Italia” “Tuttavia – ammette Lucentini – per la maggiore efficienza di alcuni sistemi di gestione idrica rispetto ad altri, alcune regioni presentano parametri di conformità più performanti”. E aggiunge: “L’Italia è un territorio naturalmente ricco di agenti chimici da origine vulcanica, il che rende necessarie misure per il controllo e monitoraggio di tali composti nell’acqua potabile”. E conclude: “Nonostante i dati 2022 attestino la sicurezza delle acque potabili, per implementare la sicurezza sono stati introdotti nuovi parametri che prevedono un approccio al rischio, che mira alla prevenzione di eventuali possibili pericoli latenti e al controllo e al rilievo di elementi occulti nelle acque”. (30Science.com)
Lucrezia Parpaglioni
Lucentini (CeNSia): “L’85% delle acque italiane è ricca di sali minerali”
(16 Luglio 2024)
Lucrezia Parpaglioni
Sono nata nel 1992. Sono laureata in Media Comunicazione digitale e Giornalismo presso l'Università Sapienza di Roma. Durante il mio percorso di studi ho svolto un'attività di tirocinio presso l'ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Qui ho potuto confrontarmi con il mondo della scienza fatto di prove, scoperte e ricercatori. E devo ammettere che la cosa mi è piaciuta. D'altronde era prevedibile che chi ha da sempre come idolo Margherita Hack e Sheldon Cooper come spirito guida si appassionasse a questa realtà. Da qui la mia voglia di scrivere di scienza, di fare divulgazione e perché no? Dimostrare che la scienza può essere anche divertente.