Valentina Di Paola

Il DNA bovino è più simile a quello umano di quanto si pensasse

(15 Luglio 2024)

Roma – I CoRSIV, regioni del genoma che trasportano marcatori chimici sul DNA e forniscono informazioni specifiche, individuati per la prima volta negli esseri umani, sono stati ora rilevati anche nei bovini. A questa interessante conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Genome Biology e condotto dagli scienziati del Baylor College of Medicine, della Cornell University e del Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America (USDA). Il gruppo di ricerca, guidato da Robert A. Waterland e Wen-Jou Chang, ha individuato le regioni potenzialmente utili in una popolazione di bovini. Questa scoperta, spiegano gli esperti, apre un nuovo paradigma per l’epigenetica, dato che i CoRSIV potrebbero permettere agli allevatori di prevedere e selezionare determinate caratteristiche desiderabili nel bestiame, che spaziano dalla produzione di latte alla fertilità fino a una maggiore resistenza alle malattie. “È risaputo che ogni individuo è associato a un set unico di geni, o genoma – spiega Waterland – ma è meno noto che l’espressione dei geni è regolata da un sistema di marcature molecolari sul DNA, l’epigenetica, che indica alle diverse cellule del corpo quali geni attivare o silenziare”. “Nel nostro lavoro – aggiunge – ci siamo concentrati sulla metilazione, una modifica epigenetica del DNA, per comprendere quanto le differenze di metilazione possano influenzare il rischio di sviluppare determinate malattie”. Nel 2019, il gruppo di ricerca ha scoperto che il genoma umano contiene regioni specifiche, chiamate CoRSIV, correlate alla variazione interindividuale sistemica. In queste parti di materiale genetico, i livelli di metilazione del DNA differiscono tra le persone ma sono coerenti nei diversi tessuti di ogni persona. Ciò significa che la metilazione CoRSIV può essere misurata in tessuti facilmente accessibili come il sangue, fornendo informazioni sulla regolazione epigenetica in organi interni come il cervello, le ovaie o il fegato. Gli scienziati hanno quindi studiato quasi 10mila CoRSIV umani, nella speranza di individuare le cause epigenetiche di determinate malattie. In effetti, i CoRSIV sono già stati associati a diversi esiti sulla salute, tra cui cancro, funzionalità tiroidea, cognizione, diabete di tipo 2, palatoschisi, schizofrenia, obesità infantile e disturbo dello spettro autistico. Nell’ambito del nuovo lavoro, il team ha analizzato i dati di sequenziamento della metilazione del DNA dell’intero genoma su più tessuti di due mucche Holstein, comunemente note come frisone. “L’algoritmo che abbiamo sviluppato – riporta Chang – ha mostrato la presenza di CoRSIV negli animali, e che queste regioni condividono importanti tratti distintivi con quelli scoperti negli esseri umani. È pertanto ragionevole ipotizzare che tali strutture siano presenti in altri mammiferi. Abbiamo convalidato i nostri risultati computazionali tramite analisi di laboratorio di fegato, reni, cervello e tessuti del sangue di 20 diversi esemplari”. “Negli ultimi decenni – sottolinea Yi Athena Ren, altra firma dell’articolo – l’allevamento bovino si è concentrato sulla selezione genetica per ottenere progressi sostanziali nella produzione di latte. I CoRSIV possono offrire un nuovo approccio per migliorare i tratti desiderabili in modo sostenibile, riducendo i costi e gli impatti ambientali. Allo stesso tempo, i CoRSIV possono aiutarci a comprendere i processi di malattia e la variazione individuale tra i diversi esemplari. Se, come ipotizziamo, queste strutture sono presenti nei mammiferi, le opportunità di applicazione sono ancora più ampie”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).