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Se il gatto graffia i mobili è colpa dello stress

(3 Luglio 2024)

Roma – La presenza di bambini, i tratti della personalità e i livelli di attività dei gatti influenzano la loro abitudine a graffiare il mobilio, ma è possibile attuare delle strategie per aiutare i nostri amici a quattro zampe a indirizzare correttamente le loro unghiette. Questo, almeno, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Veterinary Science, condotto dagli scienziati dell’Università di Ankara. Il team, guidato da Yasemin Salgirli Demi̇rbas, ha valutato i fattori che influenzano il comportamento dei nostri amici pelosi e la loro abitudine a grattare e graffiare poltrone, cuscini, tappeti e divani. L’istinto felino di utilizzare le unghie, spiegano gli esperti, è innato, ma può essere percepito come un problema comportamentale dai proprietari, che spesso rispondono con interventi correttivi che non sono a misura di gatto. “I nostri risultati – afferma Salgirli Demi̇rbas – possono aiutare le famiglie a gestire e reindirizzare i graffi verso materiali appropriati, il che potrebbe contribuire a promuovere un ambiente più armonioso sia per gli animali che per i caregiver”. Nell’ambito del lavoro, il gruppo di ricerca ha coinvolto oltre 1.200 proprietari di gatti in Francia, chiedendo loro informazioni sulla vita quotidiana, sulle caratteristiche e sui comportamenti dei loro amici a quattro zampe. I risultati hanno evidenziato i fattori che influenzano la tendenza dei mici a graffiare il mobilio. “Emerge un chiaro collegamento – riporta Salgirli Demirbas – tra determinati fattori ambientali e comportamentali e un aumento delle probabilità che il gatto si eserciti con le unghiette. In particolare, gli animali più inclini a questa abitudine erano associati alla presenza di bambini in casa e ad elevati livelli di attività notturna, entrambi correlati a maggiore stress per i pelosetti”. Quando i gatti giocano a lungo, spiegano gli esperti, i loro organismi potrebbero essere sottoposti a maggiore stress per via della stimolazione continua. “Per ridurre il rischio di graffi indesiderati – affermano gli autori – potrebbe essere utile posizionare il tiragraffi nelle aree in cui il gatto passa di frequente, vicino ai luoghi in cui riposa. Potrebbero essere utili anche i feromoni, che hanno un effetto calmante sull’animale. Comprendere le motivazioni emotive alla base del comportamento dei nostri amici a quattro zampe, come la frustrazione, ci permette di affrontare meglio gli eventuali problemi”. I ricercatori precisano che le sessioni di gioco dovrebbero essere brevi e imitare un modello di caccia di successo. In questo modo è possibile favorire anche il legame tra l’animale e il proprietario. “I dati che abbiamo raccolto erano di auto-riferiti – conclude Salgirli Demirbas – ma ci hanno permesso di raccogliere informazioni uniche sul comportamento dei gatti. Nelle prossime ricerche cercheremo di sviluppare strategie più efficaci per gestire le situazioni potenzialmente preoccupanti, migliorando in definitiva il legame e l’armonia tra i gatti e chi si prende cura di loro”. (30science.com)

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