Roma – La complessità delle melodie nelle canzoni più popolari negli Stati Uniti ha subito una notevole diminuzione dal 1950. A questa curiosa conclusione giunge uno studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto dagli scienziati della Queen Mary University of London. Il team, guidato da Madeline Hamilton e Marcus Pearce, ha analizzato le melodie vocali delle canzoni che tra il 1950 e il 2022 hanno raggiunto le prime cinque posizioni nella Billboard Hot 100, la principale classifica musicale dell’industria discografica statunitense. I ricercatori hanno scoperto che la complessità dei ritmi delle canzoni e degli arrangiamenti di tono è diminuita notevolmente nel periodo di indagine, mentre il numero di note suonate al secondo risulta più elevato. In particolare, gli scienziati hanno identificato due significativi cambiamenti nel 1975 e nel 2000, con un altro lieve calo verificatosi nel 1996. Gli autori ipotizzano che l’andamento delle melodie potrebbe riflettere l’ascesa di generi come new wave, disco e stadium rock, specialmente l’evento del 1975. Nel 1996 e nel 2000, invece, le canzoni in voga potrebbero essere state influenzate dalla diffusione dell’hip-hop e delle digital audio workstation, o DAW, che consentono la riproduzione ripetuta di loop audio. I ricercatori precisano che, sebbene la complessità delle melodie risulti diminuita, altre componenti musicali, come la qualità e le combinazioni di suoni, non sembrano aver subito conseguenze simili. Ad esempio, il numero medio di note al secondo risulta più elevato negli ultimi anni rispetto ai decenni precedenti. L’aumento della disponibilità di strumenti digitali, aggiungono gli esperti, potrebbe consentire di esprimere la complessità musicale attraverso altri parametri, come la qualità del suono. Questi risultati, concludono gli autori, forniscono interessanti informazioni sull’evoluzione della musica e degli stili musicali popolari negli ultimi 70 anni. (30science.com)
Valentina Di Paola
Dal 1950, le melodie delle canzoni sono sempre più semplici
(4 Luglio 2024)
Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).