Valentina Di Paola

Il contributo delle piante nell’assorbimento della CO2 potrebbe essere stato sopravvalutato

(20 Giugno 2024)

Roma –  I modelli climatici attuali potrebbero sottostimare notevolmente il ciclo del carbonio immagazzinato nelle piante. A suggerirlo uno studio, pubblicato sulla rivista Science, condotto dagli scienziati dell’Imperial College di Londra. Il team, guidato da Heather Graven e Charles Koven, ha combinato il radiocarbonio, un isotopo radioattivo del carbonio, con delle simulazioni climatiche, per comprendere come le piante utilizzino la CO2 su scala globale. I ricercatori hanno scoperto che i modelli attuali sottostimano la produttività primaria netta delle piante. In altre parole, spiegano gli studiosi, il carbonio viene assorbito, e soprattutto rilasciato, più velocemente dalle specie vegetali. Questi risultati, commentano gli esperti, hanno importanti implicazioni per la comprensione del ruolo della natura nella mitigazione del cambiamento climatico. Allo stesso tempo, i dati emersi dall’indagine potrebbero essere utili per la definizione di progetti di rimozione del carbonio, come la piantumazione di alberi.

 

“Le piante di tutto il mondo – osserva Graven – sembrano più produttive di quanto pensassimo in precedenza. I risultati indicano anche che, sebbene il carbonio venga assorbito dalle piante più velocemente di quanto si pensasse, viene anche trattenuto per un tempo più breve. Molte delle strategie pensate per affrontare il cambiamento climatico si basano sull’utilizzo di piante e foreste, ma il nostro lavoro suggerisce che i parametri che abbiamo utilizzato finora potrebbero essere scorretti”. La produttività delle piante è aumentata dall’inizio del 1900 e attualmente le piante assorbono più anidride carbonica di quanta ne venga rilasciata nell’aria. Le specie vegetali e il suolo, affermano gli studiosi, immagazzinano circa il 30 per cento delle emissioni di origine antropica. “Le nostre osservazioni – aggiunge Koven – suggeriscono che il carbonio si sposta dall’atmosfera alla biosfera più rapidamente di quanto pensassimo. La nostra ricerca dimostra quindi la necessità di migliorare le teorie su come le piante crescono e interagiscono con i loro ecosistemi, e di adattare i modelli climatici di conseguenza”. “Scienziati e decisori politici – conclude Will Wieder, altra firma dell’articolo – hanno bisogno di stime migliori dell’assorbimento storico di carbonio da parte del suolo per informare le proiezioni di questo servizio ecosistemico critico nei decenni futuri. Il nostro studio fornisce approfondimenti critici sulle dinamiche del ciclo del carbonio terrestre, che possono informare i modelli utilizzati per le proiezioni dei cambiamenti climatici”. (30science.com)

Valentina Di Paola
Classe ’94, cresciuta a pane e fantascienza, laureata in Scienze della comunicazione, amante dei libri, dei gatti, del buon cibo, dei giochi da tavola e della maggior parte di ciò che è anche solo vagamente associato all’immaginario nerd. Collaboro con 30science dal gennaio 2020 e nel settembre 2021 ho ottenuto un assegno di ricerca presso l’ufficio stampa dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche. Se dovessi descrivermi con un aggettivo userei la parola ‘tenace’, che risulta un po’ più elegante della testardaggine che mi caratterizza da prima che imparassi a usare la voce per dar senso ai miei pensieri. Amo scrivere e disegnare, non riesco a essere ordinata, ma mi piace pensare che la mia famiglia e il mio principe azzurro abbiano imparato ad accettarlo. La top 3 dei miei sogni nel cassetto: imparare almeno una lingua straniera (il Klingon), guardare le stelle più da vicino (dal Tardis), pilotare un velivolo (il Millennium Falcon).