Roma – In alcune zone della Louisiana sono stati rilevati livelli pericolosamente elevati di ossido di etilene, un gas tossico dannoso per la salute umana, comunemente utilizzato nelle industrie, per la fumigazione, per sterilizzare le apparecchiature mediche e di produzione alimentare. A lanciare l’allarme uno studio, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, condotto dagli scienziati della Johns Hopkins University. Il team, guidato da Peter DeCarlo ed Ellis Robinson, ha utilizzato un laboratorio mobile di analisi della composizione dell’aria. Stando a quanto emerge dall’indagine, le concentrazioni hanno superato notevolmente le stime elaborate precedentemente dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente per la regione. Tali risultati, commentano gli esperti, suggeriscono un rischio maggiore di cancro per le persone che abitano vicino alle strutture che producono e utilizzano ossido di etilene.
Allo stesso tempo, aggiungono gli studiosi, questi dati evidenziano la necessità di sviluppare strumenti più accurati e affidabili per il monitoraggio delle emissioni di inquinanti potenzialmente pericolosi. “Ci aspettavamo di riscontrare una presenza importante di ossido di etilene – osserva DeCarlo – ma non a livelli così elevati. Questo gas può essere molto pericoloso per gli esseri umani, anche a basse concentrazioni. La soglia di pericolo considerata è di 11 parti per trilione. L’esposizione a lungo termine è stata collegata a un rischio maggiore di sviluppare forme di cancro. Inoltre, è piuttosto complicato da rilevare. Il nostro laboratorio mobile consente di misurare direttamente i livelli di ossido di etilene nell’aria”. Gli autori hanno utilizzato apparecchiature analitiche all’avanguardia per realizzare un laboratorio mobile, composto da due furgoni, dotati di tecnologie diverse ma altamente sensibili, per misurare le concentrazioni di questo gas in tempo reale. Durante l’inverno del 2023, il gruppo di ricerca ha percorso un tratto fortemente industrializzato tra New Orleans e Baton Rouge, il fiume Mississippi, raccogliendo aria e testandola attraverso grandi impianti industriali e aree residenziali. “Abbiamo seguito la stessa rotta per un mese – riporta DeCarlo – in diversi momenti della giornata. In questo modo abbiamo ottenuto statistiche accurate sulle concentrazioni medie di tutta la regione”. Gli studiosi hanno riscontrato fino a 40 parti per miliardo nelle zone più vicine agli impianti industriali, un valore oltre mille volte superiore rispetto al limite considerato sicuro. “I nostri risultati hanno implicazioni davvero importanti per i residenti della comunità, in particolare neonati e bambini – conclude Keeve Nachman, altra firma dell’articolo – è stato dimostrato che l’ossido di etilene danneggia direttamente il DNA, il che significa che le esposizioni che si verificano nei primi anni di vita sono più pericolose. Questo lavoro potrebbe aiutare le autorità di regolamentazione a identificare e monitorare più attentamente i punti caldi di emissioni. Viste le elevate concentrazioni, è fondamentale investire nel monitoraggio di questo inquinante e proteggere al meglio la salute delle persone che abitano nelle aree a maggior rischio”. (30science.com)