Roma – I lupi italiani sono minacciati da un nuovo pericolo: il veleno per topi. Questo è quanto emerge da un nuovo studio pubblicato su “Science of the Total Environment”. Le analisi di oltre 180 carcasse di lupo trovate nell’Italia centrale e settentrionale hanno rivelato che quasi due terzi degli animali erano positivi ai rodenticidi, suggerendo che le sostanze chimiche rappresentano una minaccia per i lupi più grande di quanto si pensasse in precedenza. “I risultati sono stati del tutto inaspettati”, afferma l’ecologo Jacopo Cerri dell’Università di Sassari, autore dello studio. I risultati suggeriscono anche che i lupi italiani “hanno un’ecologia e una dieta più complesse di quanto si immaginasse in precedenza”, afferma. Negli ultimi 40 anni, i ricercatori stimano che il numero di lupi in Italia sia cresciuto fino a superare i 3000, una tendenza che ha scontentato alcuni agricoltori e cacciatori che vedono questi animali come una minaccia per il bestiame e la selvaggina. Alcuni lupi si sono spostati in aree urbane e semiurbane, dove hanno imparato a banchettare con una varietà di roditori che a loro volta vengono spesso avvelenati con veleni chimici. I ricercatori sanno da tempo che questi rodenticidi, tra cui il bromadiolone e il brodifacoum, che possono causare emorragie interne fatali, possono risalire rapidamente la catena alimentare e accumularsi nei predatori che non ne sono il bersaglio diretto. Per approfondire questo problema con riguardo ai lupi in Italia, un team di ricercatori di diverse università e enti di ricerca si è proposto di ritrovare lupi morti ed effettuare esami tossicologici. Il compito era “tutt’altro che facile” data la difficoltà di localizzare le carcasse ed eseguire i complessi test, afferma la veterinaria Carmela Musto dell’Università di Bologna, autrice principale dello studio. “Ci sono voluti molto lavoro di squadra, tempo ed energia”. I risultati hanno rivelato che il rischio di rodenticidi potrebbe essere “molto più elevato di quanto si pensasse in precedenza”, scrivono gli autori. Complessivamente, il 61,8 per cento delle 186 carcasse di lupo recuperate dal 2018 al 2022 e testate contenevano tracce di almeno un veleno e il 42 per cento conteneva tracce di due o più veleni. I test non sono riusciti a rivelare come il lupo avesse ingerito le sostanze chimiche o se queste ne avessero causato la morte. Ma alcuni animali mostravano segni di emorragia interna, un segno distintivo dei rodenticidi. Un’analisi statistica ha indicato che i lupi che vivono più vicini alle aree urbane corrono un rischio maggiore. (3Science.com)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla
Lupi: in Italia principale minaccia è il veleno per topi
(9 Febbraio 2024)
Gianmarco Pondrano d'Altavilla