Roma – Il numero di aziende agricole a livello globale si ridurrà della metà. Lo dimostra una nuova ricerca dell’Università del Colorado Boulder, pubblicata sulla rivista Nature Sustainability. Lo studio, il primo a tracciare il numero e le dimensioni delle aziende agricole anno per anno, a partire dagli anni ’60 e con una proiezione fino al 2100, mostra che il numero di aziende agricole a livello globale si ridurrà della metà, mentre le dimensioni delle aziende agricole esistenti raddoppieranno in media entro la fine del XXI secolo, ponendo rischi significativi per i sistemi alimentari mondiali. Anche le comunità rurali e dipendenti dalle aziende agricole in Africa e in Asia subiranno un calo nel numero di aziende agricole operative.
Nella ricerca, condotta da Zia Mehrabi, assistente alla cattedra di studi ambientali presso la University of Colorado Boulder, sono stati utilizzati, per valutare lo stato globale dell’agricoltura, i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura sulla superficie agricola, il prodotto interno lordo (PIL) pro capite e la popolazione rurale di oltre 180 Paesi, con l’intento di ricostruire l’evoluzione del numero di aziende agricole dal 1969 al 2013 e proiettarlo fino al 2100.
La sua analisi ha rilevato che il numero di aziende agricole nel mondo diminuirà da 616 milioni nel 2020 a 272 milioni nel 2100. La ricercatrice ha rinvenuto fra le cause principali il processo di urbanizzazione.
Il calo del numero di aziende agricole e l’aumento delle dimensioni delle aziende agricole sono in atto da decenni negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale. I dati più recenti del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti indicano che nel 2022 ci saranno 200.000 aziende agricole in meno rispetto al 2007.
L’analisi di Mehrabi ha rilevato che il punto di svolta dalla creazione di aziende agricole al consolidamento diffuso inizierà a verificarsi già nel 2050 nelle comunità di Asia, Medio Oriente, Nord Africa, Oceania, America Latina e Caraibi. L’Africa subsahariana seguirà lo stesso percorso più avanti nel secolo, secondo la ricerca.
“Le aziende agricole più grandi hanno in genere meno biodiversità e più monocolture”, ha detto Mehrabi. “Le aziende agricole più piccole – ha continuato Mehrabi – hanno invece più biodiversità e diversità di colture, il che le rende più resistenti alle epidemie di parassiti e agli shock climatici”.
Oltre alla biodiversità, anche l’approvvigionamento alimentare è a rischio. Le precedenti ricerche di Mehrabi mostrano che le aziende agricole più piccole del mondo rappresentano solo il 25% della superficie agricola mondiale, ma raccolgono un terzo del cibo. Un ulteriore rischio è quello della meccanizzazione dell’agricoltura.
“Attualmente abbiamo circa 600 milioni di aziende agricole che nutrono il mondo e che portano sulle loro spalle 8 miliardi di persone”, ha detto Mehrabi. “Dobbiamo davvero pensare a come avere i sistemi di istruzione e di supporto per sostenere questi agricoltori” ha concluso Mehrabi. (30Science) Lucrezia Parpaglioni