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Clima, a rischio anche i mammiferi del deserto sempre più vulnerabili all’aumento delle temperature

(22 Ottobre 2025)

Roma – Nonostante il termine “deserto” si associ a un’idea di vuoto o disabitato, gli ecosistemi desertici ospitano una componente importante di biodiversità, poco variegata ma estremamente unica nel suo genere. Da animali ormai noti ai più, come la volpe del deserto, a simboli della conservazione come l’orice (antilope africana e del Medio Oriente), fino a piccoli roditori: sono solo alcuni esempi della biodiversità che caratterizza i deserti del nostro pianeta. Le condizioni estreme alle quali queste specie sono esposte hanno portato nel tempo alla selezione di tratti che le rendono perfettamente adatte alla vita di deserto. Tuttavia, nemmeno tali specifici adattamenti potrebbero essere abbastanza per far fronte alla crisi climatica. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Global Ecology and Biogeography, che è stato condotto dai ricercatori della Sapienza sui mammiferi della penisola arabica. I risultati dimostrano che le tolleranze termiche e gli adattamenti dei mammiferi di deserto all’aridità potrebbero rivelarsi inefficaci contro l’aumento delle temperature, esponendo questa componente unica della biodiversità a conseguenze potenzialmente disastrose. “Abbiamo scelto per il nostro studio– spiega Chiara Serafini del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” – una delle zone più aride della Terra, non a caso qui si trova il più esteso deserto sabbioso al mondo, il Rub’ al-Khali, che in arabo significa il “Quarto vuoto”. Questo ci ha consentito di indagare – prosegue Serafini – sulla risposta al cambiamento climatico delle specie che oggi vivono ai limiti termici del nostro pianeta”. I ricercatori, partendo dalla tolleranza termica delle singole specie, hanno constatato che i mammiferi della penisola arabica, non solo si trovano a vivere ai confini termici del nostro pianeta, ma sfidano anche i limiti concessi dalla loro stessa fisiologia. In altre parole, le condizioni climatiche in cui questi animali storicamente vivono sono estremamente vicine alla loro massima tolleranza possibile. Poiché tuttavia le temperature stanno aumentando velocemente, i risultati di questo studio fotografano una situazione a dir poco drammatica: fino al 93% dei mammiferi arabi potrebbero potenzialmente perdere parti sostanziali della loro distribuzione storica entro i prossimi decenni. “È fondamentale riconoscere che perdere queste specie – dichiara Luigi Maiorano, tra gli autori dello studio – significa perdere una componente unica della biodiversità e con essa i segreti sui possibili adattamenti alle alte temperature dei quali conosciamo ancora così poco. Una manciata di secoli di aumento rapido delle temperature – conclude Maiorano -potrebbe bastare a spazzare via adattamenti all’aridità sviluppati in millenni di evoluzione”.(30Science.com)

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