Roma – Le formiche modificano la struttura architettonica dei loro nidi per prevenire la diffusione di malattie e epidemie all’interno della propria colonia. Lo rivela una ricerca dell’Università di Bristol, pubblicata su Science. Lo studio ha rilevato che i nidi delle colonie esposte a malattie presentano ingressi più distanziati e separati, con meno collegamenti diretti tra le camere, riducendo così il rischio di contagio.

L’immagine mostra una micro-TC di una colonia di formiche.
Credito
Università di Bristol
Utilizzando la micro-TC per scannerizzare nidi di formiche nere, Lasius niger, in condizioni di infezione da spore fungine, i ricercatori hanno osservato che le formiche scavano nuovi tunnel, distanziano i passaggi e spostano verso posizioni meno centrali la regina, il cibo e le aree di incubazione delle uova, proteggendo le parti più vulnerabili della colonia. Inoltre, le formiche infette tendono a isolarsi maggiormente in superficie, riducendo il contatto con il resto della colonia, mentre il comportamento di “autoisolamento” risulta molto efficace nel limitare la trasmissione, secondo simulazioni realizzate dal gruppo di ricerca. Questi adattamenti architettonici, combinati con altre strategie comportamentali come la pulizia reciproca con veleno disinfettante, costituiscono un’“immunità sociale” che protegge l’intera colonia. Lo studio suggerisce che modelli simili di gestione dello spazio potrebbero ispirare nuove strategie umane per la prevenzione delle epidemie, soprattutto nelle città dove la necessità di bilanciare mobilità e riduzione dei rischi infettivi diventa sempre più urgente. Questa è la prima evidenza che un animale non umano modifica attivamente la sua struttura ambientale per difendersi dalle malattie, dimostrando un grado sorprendente di adattamento sociale e architettonico nella lotta contro le infezioni. (30Science.com)